Al Dolphin Hotel Mi accade spesso di sognare l’Albergo del Delfino. |
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| 13/14 aprile, election day | |
| | Autore | Messaggio |
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Solaris Admin
Numero di messaggi : 1093 Data d'iscrizione : 15.02.08 Età : 47
| Titolo: 13/14 aprile, election day Dom Mar 02, 2008 2:21 pm | |
| Bene. Gli spunti sono, saranno tanti. E sono convinto che le posizioni siano più sfumate di quel che sembrano.. Quindi penso sia utile ragionarci un po' su anche per formarci delle opinioni più ricche dopo un confronto. Certo, sono sicuro che l'antipolitica possa attaccare lo spirito anche del più fiducioso cittadino. Ma è pure vero che io, che in un certo senso ho da ridire su tutti i protagonisti, nel momento in cui me ne lavo le mani, o solo tengo i miei rimbrotti per me.. delego totalmente ad altri il diritto prima di scegliere, poi di orientare quel che è orientabile. Vi propongo una sorta di tribuna politica.. Per evitare il caos di un argomento così ampio e confuso lancerò dei temi. A tal proposito la prima domanda che mi vien da porre è questa che segue. 1. Al di là del merito o demerito, della coesione e della legge elettorare, quanto il potere politico dello Stato può decidere della vita di un Paese?Mi riferisco alle ingerenze dell'Unione Europea, degli Stati Uniti se vogliamo fermarci alle entità governative; ma potremmo, e questo è ulteriore focus del mio quesito, anche allargare lo sguardo alla mafia, agli organismi transnazionali dell'economia, alla concorrenza del mercato mondiale globale. O forse agli extraterresti, che ne so. A voi! A. | |
| | | Solaris Admin
Numero di messaggi : 1093 Data d'iscrizione : 15.02.08 Età : 47
| Titolo: Re: 13/14 aprile, election day Dom Mar 02, 2008 4:38 pm | |
| Voglio fornire qualche elemento ulteriore.
Crolla il prezzo del grano
Ci hanno torturato, hanno torturato il governo uscente sul caro prezzi. Chi? Diciamo le persone, ma intendiamoci: sono stati i media a lanciare la tiritera su pane e pasta o la gente? Siamo davvero dinanzi al dilemma dell'uovo e la gallina? Ho il sospetto di no.
Perchè? Come si diceva in un'altra discussione.. I prezzi salgono. Ma non per volere degli dei. Leggete un po' delle notizie che ho segnalato. E vi renderete conto che QUALCUNO GUADAGNA E QUALCUNO PERDE, è semplicemente l'affermazione selvaggia del mercato.
Il grano sale, sale. Chi l'ha deciso? Sì, il governo non controlla, va be'. Siamo in un contesto dove le authority hanno .. l'autorità di un padre storpio e cieco. I prezzi salgono e a qualcuno sta enormemente bene. Perchè ci guadagna. E ci guadagna poi ancor più tutta l'infinita filiera dal produttore al distributore. Sulla schiena di chi? Nostra?
Ma mi faccia il piacere, Vespa o chi altri. Se il pane aumenta di 5 centesimi e la pasta di 3.. vuoi che qualcuno muoia di fame? La differenza dei prezzi del pane tra nord e sud? Chiacchiere! Sono salito su a Bologna la prima volta nel 1997 e il pane costava il doppio che in Puglia, oltre a fare relativamente schifo.
La schiena che paga enormemente il prezzo del grano è quella dei Paesi che il grano non ce l'hanno o ne hanno troppo poco. E fanno la fame.
Cosa poteva fare il centrosinistra? Cosa potrebbe fare il centrodestra? Mi interessa una cosa: che si inizi a ragionare di etica. Direi al commerciante: attento.. se campi di commercio serve che le persone abbiano di che spendere. Quindi paga le tasse se no io le pago per me e per te e guadagna sui prezzi il giusto. Formare opinione, ragionare di etica. Perchè il mercato funziona con semplice indifferenza: se non ci sono soldi da spendere, diminuisce il lavoro, diminuisce il commercio, diminuisce il profitto. Lo capirono col New Deal in tempi non sospetti. Solo che adesso siamo nel Mercatomondo. E sul grano si gioca al rialzo per rivendere e metter soldoni in cascina. Con disprezzo per il vero valore delle cose.
Veniamo al Belpaese. Pagare onestamente le tasse sarebbe un punto di partenza intanto per guardarci in faccia tutti con serenità. Pagarle tutti. Anche se alte. Da un punto bisogna cominciare. A me ogni mese, a me che ho un contratto precario mi tolgono dalla busta paga più del 30%. E poi ho anche da rimettercene altri alla dichiarazione. Sto zitto e spero abbia un senso. Anche se poi, un senso non ce l'ha, diceva il buon Vasco Rossi.
Pagare le tasse e non essere esosi: perchè stiamo facendo schifo, sui prezzi come su altre cose, siamo passati crudamente dall'arte di arrangiarsi alla spietatezza del fottere.
A. | |
| | | nu
Numero di messaggi : 220 Data d'iscrizione : 23.02.08 Località : udine
| Titolo: Re: 13/14 aprile, election day Dom Mar 02, 2008 5:35 pm | |
| Qualche giorno fa ho seguito la trasmissione di Santoro. Sono stati mandati in onda alcuni spezzoni di un discorso di Beppe Grillo. Non voglio parlare della sua persona ma lo nomino in quanto una sua affermazione mi ha fatto riflettere su un principio. Il primo articolo della nostra costituzione dice:"la sovranità appartiene al popolo". La politica dovrebbe essere al servizio del cittadino, un mezzo per assicurare al popolo l'esercizio della sua volontà. Il potere politico non dovrebbe decidere della vita di un paese, dovrebbe permettere al popolo di decidere della vita del paese...questo non avviene! Il nostro sistema politico è sbagliato perchè la gente che si "prodiga" per noi ha perso completamente il senso del proprio lavoro. E' una questione di indole...se non sei "buono" come puoi fare cose buone? Se non sei onesto non puoi fare cose oneste. I contadini sono povera gente...ne conosco qualcuno e lo so...il commerciante che vende ciò che il contadino produce non è "povera gente". I liberi professionisti...medici, avvocati, notai...sono ricchi... gli operai sono poveri. Quando l'euro è arrivato in Italia...la politica non ha pensato di difendere il cittadino dal caos dei prezzi...non ha pensato di contrallare i vari processi della produzione...molti si sono riempiti le tasche...molti le hanno svuotate. Io non sono una che si occupa giornalmente di questi problemi...è la quotidianità che me li sbatte in faccia. Il mio ginecologo si fa pagare 100 euro a visita (sono costretta ad andarci periodicamente) è gentile, ma non mi fa mai la fattura, il mio avvocato decide liberamente quanto costa fare una lettera di sfratto e non fa la fattura...il dentista mi ha chiesto se preferivo pagare 120 euro con la fattura o 80 euro senza fattura. Se il potere politico fosse a servizio del cittadino dovrebbe decidere della vita del paese! Però mi chiedo noi che cittadini siamo? | |
| | | rosetta
Numero di messaggi : 101 Data d'iscrizione : 27.02.08 Età : 77 Località : legnano
| Titolo: Re: 13/14 aprile, election day Dom Mar 02, 2008 8:33 pm | |
| Alla domanda di Solaris potrei rispondere che molto dipende anche da noi.
Nu si chiedeva che cittadini siamo? Se è vero che ogni paese ha la classe politica che si merita, noi siamo, l'espressione di chi ci governa. Li abbiamo scelti, votati e osannati. E attenzione! l'Italia non è un paese come gli Stati Uniti che ha un basso tasso di presenza alle urne. Al contrario. Vuol dire che nonostante le lamentele al momento del voto non votiamo. Deleghiamo o scegliamo i meno peggio, quelli che ci sembrano più potenti, i più ricchi. Ci lasciamo incantare - come per la pubblicità dei prodotti di consumo - dalle belle facce e dalle martellanti campagne. E non mi riferisco solo alle cariche importanti dello stato, penso anche al piccolo, alla quotidiana, ma non meno importante, gestione di un comune, di una circoscrizione, di una provincia. Vince, perché noi lo votiamo, non chi ci sembra il più preparato, serio e onesto, ma chi a nostro giudizio può disporre di maggiori poteri (e magari indirettamente ci può dare una mano). Perché noi siamo un popolo che si arrangia. perché siamo un popolo che critica i politici, ma poi chiede favori ai politici, che mette alla gogna chi evade, ma appena può evade, Detto questo sono convinta che non è sempre colpa nostra, ma di chi, scientementre ogni giorno guida n modo strumentale i nostri pensieri, portandoli là dove si vuole che essi vadano, facendoci però credere di essere autonomi e liberi. Ma non è così. Prendiamo l'aumento dei prezzi. A furia di lamentare e contestare ogni giorno l'aumento della zucchina abituano la nostra mente e i nostri pensieri all'inevitabile aumento, e quando la zucchina davvero costa di più, la cosa ci sembra normale. Quindi si parla, si parla, si parla, ma i prezzi aumentano e nessuno fa niente. Perché noi per primi dentro ci siamo rassegnati. Ci hanno abituato all'idea.
Altro esempio recente. Ieri, su una rete televisiva è stato dichiarato e mostrato che una vecchina rubava in supermercato per bisogno disperato, perché la pensione non le bastava. La mia prima reazione è stata di stizza. M sono detta, (e lo dico con un minimo di conoscenza) che questo, purtroppo, è avvenuto altre volte e subito dopo sono domandata se fosse gusto dare questa notizia come una delle più significative in un TG di punta. Perché lo hanno fatto? A chi giovava questa informazione? Dove volevano arrivare a colpire? Chi dovevano convincere?
Tra l'altro semba che la vecchina percipisca 800 euro al mese e abbia la casa di proprietà e che quindi ipotetcamente non abbia la necessità di rubare. Ma se anche ciò non fosse vero resta valide le mie domande.
Potrei continuare all'infinito. Ciò che voglio dire è che, nel bene e nel male, nel dissenso come nella condivisione di progetti e di idee, su di noi il mercato, l'nformazione e tutto il resto hanno un grande potere. L'unica cosa che possiamo fare è riprenderci la partecipazione alla cosa pubblica. dobbiamo esserci nei fatti e nelle scelte. A partire dalla classe politca. Se vogliamo una classe politica seria, onesta, attenta e capace, dobbiamo prima di tutto imparare a scegliere. Poi, dobbiamo chiedere il conto, frequentando non i dibattiti televisivi, ma la vita di tutti i giorni: costa, lo so. Ma la poltica ossia l'esercizio della propria cittadinanza è anche responsabilità e impegno.
Scusate non voglio assolutamente mettermi a fare un comizio nè insegnare niente. Apprezzo questo forum e questa discussione, tanto che ho risposto. Anzi ce ne dovrebbero essere di più perché la politica non è una cosa sporca, nè pornografica da tenere lontano dai bambini.
Ciaoooo e buona serata. Qui al Dolphin Hotel sto divinamente..
Rosetta | |
| | | Solaris Admin
Numero di messaggi : 1093 Data d'iscrizione : 15.02.08 Età : 47
| Titolo: Re: 13/14 aprile, election day Dom Mar 02, 2008 9:43 pm | |
| Mi sembra che anche questo confronto stia procedendo con il giusto spirito! A. | |
| | | Giosp
Numero di messaggi : 623 Data d'iscrizione : 16.02.08 Località : Serenissima Repubblica Veneta
| Titolo: Re: 13/14 aprile, election day Lun Mar 03, 2008 7:07 pm | |
| Posto che "la sovranità appartiene al popolo", il popolo è un'entità astratta priva di personalità e quindi incapace di esercitare la sovranità. Intendo dire, non s'è mai visto un Popolo che prende lo scettro, si siede sul trono e comincia a bacchettare qua e là, semplicemente perché la figura Popolo capace di azioni che appartengono al singolo, non esiste. Il Popolo è però composto da singole persone, le quali (almeno quelle maggiorenni) possono esercitare una forma strana e contorta di sovranità. Può esistere un popolo, in una realtà sufficientemente circoscritta, ad esempio un condominio, capace di esercitare una sua sovranità, quando ognuno dei proprietari in un'assemblea condominiale può dire la sua, decidere o per lo meno partecipare a una decisione, legiferare, eseguire la legiferazione. Un Paese è una realtà troppo grande (?) per l'esercizio di una sovranità vera ed effettiva da parte di ogni singolo cittadino: bisognerebbe per assurdo che ognuno ogni giorno partecipasse alle sedute del Parlamento, avesse voce in capitolo in un Consiglio di ministri... insomma, supposto che tutto ciò sia tecnologicamente fattibile, ovviamente non sarebbe umanamente sostenibile un contraddittorio alimentato da sessanta milioni di voci. Ecco perché l'uomo preistorico pensò che un ristretto gruppo di persone scelto dal popolo (o per meglio dire, dai singoli cittadini aventi diritto di voto ed esercitanti tale diritto) si prendesse la responsabilità (il vezzo) di esercitare di fatto una sovranità a nome e per conto del popolo. Persone che poi corrispondono a chi esercita i tre famosi poteri: Governo, Parlamento e Magistratura. Il fatto che il popolo abbia ogni tanto la possibilità di mescolare le "carte" che esercitano la sovranità sul popolo non può bastare per dichiarare che il popolo esercita la sua sovranità. Il popolo può fare poco più di quello che farebbe la selezione naturale, la morte o qualsiasi altro evento registrato nei secoli in cui il potere non arrivava "dal basso". La frase "la sovranità appartiene al popolo" va dunque riscritta: il popolo ha la facoltà di designare chi esercita la sovranità su di esso. O meglio, il popolo ha la facoltà di scegliere chi, fra vari elenchi di sconosciuti, potrà esercitare a suo piacimento la sovranità sul popolo stesso. Corollario è che "la sovranità non appartiene al popolo". Che è una base pessima per qualsiasi tipo di governo "democratico". | |
| | | Solaris Admin
Numero di messaggi : 1093 Data d'iscrizione : 15.02.08 Età : 47
| Titolo: Re: 13/14 aprile, election day Mar Mar 04, 2008 3:06 am | |
| - Giosp | London Irish Call ha scritto:
- Posto che "la sovranità appartiene al popolo", il popolo è un'entità astratta priva di personalità e quindi incapace di esercitare la sovranità. Intendo dire, non s'è mai visto un Popolo che prende lo scettro, si siede sul trono e comincia a bacchettare qua e là, semplicemente perché la figura Popolo capace di azioni che appartengono al singolo, non esiste.
Il Popolo è però composto da singole persone, le quali (almeno quelle maggiorenni) possono esercitare una forma strana e contorta di sovranità. Può esistere un popolo, in una realtà sufficientemente circoscritta, ad esempio un condominio, capace di esercitare una sua sovranità, quando ognuno dei proprietari in un'assemblea condominiale può dire la sua, decidere o per lo meno partecipare a una decisione, legiferare, eseguire la legiferazione. Un Paese è una realtà troppo grande (?) per l'esercizio di una sovranità vera ed effettiva da parte di ogni singolo cittadino: bisognerebbe per assurdo che ognuno ogni giorno partecipasse alle sedute del Parlamento, avesse voce in capitolo in un Consiglio di ministri... insomma, supposto che tutto ciò sia tecnologicamente fattibile, ovviamente non sarebbe umanamente sostenibile un contraddittorio alimentato da sessanta milioni di voci. Ecco perché l'uomo preistorico pensò che un ristretto gruppo di persone scelto dal popolo (o per meglio dire, dai singoli cittadini aventi diritto di voto ed esercitanti tale diritto) si prendesse la responsabilità (il vezzo) di esercitare di fatto una sovranità a nome e per conto del popolo. Persone che poi corrispondono a chi esercita i tre famosi poteri: Governo, Parlamento e Magistratura. Il fatto che il popolo abbia ogni tanto la possibilità di mescolare le "carte" che esercitano la sovranità sul popolo non può bastare per dichiarare che il popolo esercita la sua sovranità. Il popolo può fare poco più di quello che farebbe la selezione naturale, la morte o qualsiasi altro evento registrato nei secoli in cui il potere non arrivava "dal basso". La frase "la sovranità appartiene al popolo" va dunque riscritta: il popolo ha la facoltà di designare chi esercita la sovranità su di esso. O meglio, il popolo ha la facoltà di scegliere chi, fra vari elenchi di sconosciuti, potrà esercitare a suo piacimento la sovranità sul popolo stesso. Corollario è che "la sovranità non appartiene al popolo". Che è una base pessima per qualsiasi tipo di governo "democratico". Mm comprendo lo spirito dell'intervento ma non ne approvo una sorta di determinismo implicito. Così è, così deve essere. Perchè i riferimenti storici all'evoluzione del concetto di partecipazione li trovo non esatti e per questo vizianti la sostanza. La divisione dei poteri e la partecipazione democratica stessa non sono una formalizzazione così antica, tale da poter essere addirittura concepita come naturale o frutto di un assennato senso del tempo. Tant'è che esistono alternative alla democrazia non meno pacifiche e non meno produttive di benessere: lo dimostrano gli studi antropologici che a lungo, forse invano, hanno contestato la positività scientifica di un discorso simile. Fatto sta che sembra che il popolo, così citato, non riesca ad avere incidenza nei processi dello Stato, istituzione anche questa da collocare nel tempo. In prima istanza l'impressione non sembrerebbe mal formulata: supponendo però che il popolo, se potesse farlo, sancirebbe il bene comune a punto di riferimento della propria azione, supponendo che il popolo abbia questa intelligenza, e trascurando in siffatto ragionamento che il popolo è in realtà un astrazione frutto di una generalizzazione pesante, che assimila a sè categorie e funzioni profondamente distinte da condizioni e obiettivi. Venendo al concreto però: esistono ragazzi della tua età, vecchi della mia, che in assoluta buona fede partecipano alla vita democratica nel senso più attivo del termine, realizzando nei fatti bene comune, o quanto meno ispirando alla propria idea di bene comune il proprio impegno. Sono quelli che fanno politica senza poltrone, lavorando nei quartieri, lavorando nell'associazionismo o solo nel libero, individuale, silenzioso volontariato. Inoltre costituiscono popolo che decide le personalità che dovrebbero tutelare i lavoratori e perchè no anche quei professionisti che rinunziano a un guadagno esorbitante in nome della ricerca o della solidarietà, ci sono, non è bene negarlo. Così come imprenditori illuminati che provano a conciliare la propria crescita con un'etica. Insomma.. quello che voglio dire è che non si deve confondere una distanza gravissima delle istituzioni dal paese con un dato di fatto sovratemporale. L'impegno dell'uomo è quello forse di andare proprio contro il suo basico interesse di sopravvivere a prescindere dai suoi simili o alle spese dei suoi simili? Quel che ha realizzato la distinzione ancestrale del genere umano dalle bestie secondo studi assai fedeli è stato proprio il processo inverso: l'aver ideato sistemi di cooperazione, istituti sociali che ne garantissero la sopravvivenza, pur nell'iniftà diversità delle formulazioni. Lancio il secondo quesito: 2. Il lavoro è cambiato, la flessibilità del neocapitalismo non è solo un male necessario. Ma la precarietà cosa è allora? Cosa distingue il lavoratore flessibile da quello precario?A. | |
| | | melitta
Numero di messaggi : 393 Data d'iscrizione : 16.02.08 Età : 69 Località : Venezia e Milano
| Titolo: Re: 13/14 aprile, election day Mer Mar 05, 2008 1:23 am | |
| Copio-incollo dalla newsletter "Cacao quotidiano" di Jacopo Fo, ricevuta adesso: Roberto Boi, presidente del Comitato “La molletta”, ha lanciato una bizzarra campagna di protesta: ispirandosi a Indro Montanelli, il quale disse che per contenere l’avanzata del PCI era necessario votare DC, magari turandosi il naso, ha proposto di andare tutti a votare con una molletta sul naso (o attaccata al bavero della giacca). “Una semplice molletta quale simbolo di esasperazione, di consapevolezza, di schiaffo morale. Una molletta quale composta, muta ma esplicita richiesta di tornare a un minimo di decenza, in ogni senso”. Facciamolo!!! Vado subito a comperare mollette Melitta Molletta | |
| | | Lonewolf Admin
Numero di messaggi : 477 Data d'iscrizione : 16.02.08 Località : ameno villaggio fantasma sulle pendici dell'appennino tosco-emiliano...
| Titolo: Re: 13/14 aprile, election day Mer Mar 05, 2008 4:00 am | |
| - Solaris ha scritto:
- Voglio fornire qualche elemento ulteriore.
Crolla il prezzo del grano
altre fonti affermano che il grano era ai massimi storici... solo per chiarezza d'informazione un mercato così altalenante ed imprevedibile crea più disagi di un prezzo alto ma costante non entro in merito alla politica ma solo all'aspetto economico | |
| | | Lonewolf Admin
Numero di messaggi : 477 Data d'iscrizione : 16.02.08 Località : ameno villaggio fantasma sulle pendici dell'appennino tosco-emiliano...
| Titolo: Re: 13/14 aprile, election day Mer Mar 05, 2008 4:31 am | |
| - Solaris ha scritto:
Veniamo al Belpaese. Pagare onestamente le tasse sarebbe un punto di partenza intanto per guardarci in faccia tutti con serenità. Pagarle tutti. Anche se alte. Da un punto bisogna cominciare. A me ogni mese, a me che ho un contratto precario mi tolgono dalla busta paga più del 30%. E poi ho anche da rimettercene altri alla dichiarazione.
come imprenditore ne devo pagare quanto lo stato con i suoi studi di settore ha deciso che io ho fatturato facendo la media degli altri strafottendosene della mia documentazione contabile e che durante l'anno per quattro mesi son stato con le stampelle e per altri due convalescente... e se le tasse son alte non aspettatevi che chi legalmente trova delle situazioni atte a ridurle non ne approfitti e non parlo di evasione è ma di mezzi assolutamente leciti e legali almeno fiscalmente... esempio: tra pagare 50000 euro di tasse su 90.000 di utile (della serie ho un socio al 60% e non lo sapevo... e si che per avere quell'utile bisogna investire capitali e capacità molto sostanziosi e rischiare di subire perdite altrettanto sostanziose... altro che posto fisso ) (ah, pago anche tasse e contributi ai dipendenti (4) ... che loro non li ricevono in busta ma fisicamente li pago io prendendoli dall'incasso se c'è o dal mio conto corrente se l'incasso non c'è... ) e prendere in leasing il mobilo nuovo del negozio pagando un canone di locazione di 15.000 euro l'anno che portano il mio utile a 75.000 con tasse a 32.000 cosa pensi che sceglierò? essendo obbligato a spenderli comunque migliorerò la mia azienda (che forse darà da mangiare a me e sicuramente, finchè non fallisce, lo darà ai miei dipendenti che comunque gli stipendi li prenderebbero dall'inps) o pagherò le tasse altissime a prescindere non facendo né gli interessi miei né quelli della mia azianda né quelli dei miei dipendenti a cui in prima battuta è la mia persona e la mia azienda a garantire un futuro lo stato fa da cuscinetto dopo ma a me, se va male non mi salva nessuno... meditate gente che senza impresa la disoccupazione sarebbe un dramma... e così come ci sono imprenditori disonesti io vedo anche tanti dipendenti a cui delle sorti dell'azienda che li paga non frega un cazzo! | |
| | | il_corvo
Numero di messaggi : 576 Data d'iscrizione : 19.02.08 Località : bassa modenese
| Titolo: Re: 13/14 aprile, election day Mer Mar 05, 2008 12:00 pm | |
| - Lonewolf ha scritto:
- Solaris ha scritto:
Veniamo al Belpaese. Pagare onestamente le tasse sarebbe un punto di partenza intanto per guardarci in faccia tutti con serenità. Pagarle tutti. Anche se alte. Da un punto bisogna cominciare. A me ogni mese, a me che ho un contratto precario mi tolgono dalla busta paga più del 30%. E poi ho anche da rimettercene altri alla dichiarazione.
come imprenditore ne devo pagare quanto lo stato con i suoi studi di settore ha deciso che io ho fatturato facendo la media degli altri
strafottendosene della mia documentazione contabile
e che durante l'anno per quattro mesi son stato con le stampelle e per altri due convalescente...
e se le tasse son alte non aspettatevi che chi legalmente trova delle situazioni atte a ridurle non ne approfitti
e non parlo di evasione è ma di mezzi assolutamente leciti e legali almeno fiscalmente...
esempio: tra pagare 50000 euro di tasse su 90.000 di utile (della serie ho un socio al 60% e non lo sapevo... e si che per avere quell'utile bisogna investire capitali e capacità molto sostanziosi e rischiare di subire perdite altrettanto sostanziose... altro che posto fisso ) (ah, pago anche tasse e contributi ai dipendenti (4) ... che loro non li ricevono in busta ma fisicamente li pago io prendendoli dall'incasso se c'è o dal mio conto corrente se l'incasso non c'è... ) e prendere in leasing il mobilo nuovo del negozio pagando un canone di locazione di 15.000 euro l'anno che portano il mio utile a 75.000 con tasse a 32.000 cosa pensi che sceglierò? essendo obbligato a spenderli comunque migliorerò la mia azienda (che forse darà da mangiare a me e sicuramente, finchè non fallisce, lo darà ai miei dipendenti che comunque gli stipendi li prenderebbero dall'inps) o pagherò le tasse altissime a prescindere
non facendo né gli interessi miei né quelli della mia azianda né quelli dei miei dipendenti
a cui in prima battuta è la mia persona e la mia azienda a garantire un futuro
lo stato fa da cuscinetto dopo
ma a me, se va male non mi salva nessuno...
meditate gente che senza impresa la disoccupazione sarebbe un dramma...
e così come ci sono imprenditori disonesti io vedo anche tanti dipendenti a cui delle sorti dell'azienda che li paga non frega un cazzo! Lone, il tuo intervento non corregge di una virgola quello di Sol. E probabilmente vuole solo dargli maggior forza. In effetti Se tu sei costretto a pagare non quanto risulta dalla tua contabilità, che fino a prova contraria dimostrabile, è da ritenersi attendibile, è proprio perchè a te fanno pagare, per mezzo del discutibilissimo metodo degli studi di settore, anche ciò che altri imprenditori, liberi professionisti, artigiani o commercianti, magari meno onesti di te, non pagano. Poi che tu possa scegliere tra gli strumenti che la legge ti mette a disposizione la soluzione che più ti aggrada credo non faccia alcuna differenza. Mi spiego. Ipotizzando un mondo (utopia!) di persone oneste, ti trovi a fine anno con un utile sostanzioso sul quale il tuo socio di maggioranza, come lo chiami tu , ti chiede una cospicua cifra di imposte a vario titolo. Che tu scelga di ridurre tale utile caricandoti di costi per l'acquisto, o il noleggio, o il leasing di strumenti utili alla tua azienda ai fini fiscali poco importa. Ciò che risparmi tu di imposte (abbassando l'utile d'esercizio) lo pagherà il tuo fornitore che per via del ricavo ottenuto da tale vendita aumenterà il proprio utile con la conseguenza di dover pagare più imposte. Capirete che l'esempio è alquanto semplificato però in linea di principio il meccanismo è questo | |
| | | Lonewolf Admin
Numero di messaggi : 477 Data d'iscrizione : 16.02.08 Località : ameno villaggio fantasma sulle pendici dell'appennino tosco-emiliano...
| Titolo: Re: 13/14 aprile, election day Sab Mar 08, 2008 1:02 am | |
| sai corvo, in effetti non volevo togliere niente all'intervento di sol solo aggiungere il punto di vista di un imprenditore che potrebbe raccontarne tante su come non funziona lo stato italiano quando s'interfaccia con l'impresa... comunque ribadisco che se i lavoratori e lo stato italiano non si metteranno in testa che far funzionare le imprese è importante non ce ne sarà più per nessuno anche perchè ai dipendenti si possono dare pure mille diritti ma se non si produce e non si è competitivi gli imprenditori delocalizzano in romania o in cina dove gli operai non hanno diritti e costano un euro o due al giorno la merce costa poco e noi avremo i disoccupati più tutelati del mondo... | |
| | | Solaris Admin
Numero di messaggi : 1093 Data d'iscrizione : 15.02.08 Età : 47
| Titolo: Re: 13/14 aprile, election day Sab Mar 08, 2008 2:03 am | |
| - Lonewolf ha scritto:
- sai corvo,
in effetti non volevo togliere niente all'intervento di sol solo aggiungere il punto di vista di un imprenditore che potrebbe raccontarne tante su come non funziona lo stato italiano quando s'interfaccia con l'impresa...
comunque ribadisco che se i lavoratori e lo stato italiano non si metteranno in testa che far funzionare le imprese è importante non ce ne sarà più per nessuno
anche perchè ai dipendenti si possono dare pure mille diritti ma se non si produce e non si è competitivi gli imprenditori delocalizzano in romania o in cina dove gli operai non hanno diritti e costano un euro o due al giorno la merce costa poco e noi avremo i disoccupati più tutelati del mondo...
Vorrei rispondervi, rilanciare ma non posso davvero cedere alla tentazione e mi mangio le mani. Ma a singhiozzo vi leggo. A. | |
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| Titolo: Re: 13/14 aprile, election day | |
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| | | | 13/14 aprile, election day | |
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