Salve.
Ieri ho riletto una raccolta di saggi scritti da BAUDELAIRE negli anni a cavallo tra il 1844 e 1846, e mi ha colpito molto la modernità dei concetti; bella scoperta dirà qualcuno, ma leggendo quello che segue c'è veramente da sorprendersi di tanta avanguardia e fa anche riflettere sul come l'arte, quando è ARTE, non sia cambiata di una virgola dai primi disegni sulle caverne agli ultimi ritrovati in campo musicale.
“Consigli ai giovani scrittori” – Passigli Editori - Pag. 30/31 - Capitolo V - Dei metodi di composizione.
Al giorno d'oggi (1845), occorre produrre molto; occorre andare veloci, dunque; e affretarsi lentamente; e che tutti i colpi vadano a segno, e che nessun tocco sia inutile.
Per scrivere velocemente, occorre aver molto pensato: essersi portati dietro un soggetto a passeggio, al bagno, al ristornate, fin anche dalla propria amante. E. Delacroix mi diceva un giorno: «L’arte è una cosa tanto ideale e fugace che gli utensili non sono mai abbastanza puliti, né i mezzi abbastanza rapidi». È lo stesso per la letteratura; io non sono partigiano della cancellatura; essa offusca lo specchio del pensiero.
Alcuni, e fra i più distinti, fra i più coscienziosi – Edouafd Ourliac, per esempio - , cominciano col riempire molta carta; lo chiamano coprire la tela. Questa operazione confusa ha lo scopo di non perdere nulla. Poi ogni volta che ricopiano, sfrondano e sfoltiscono. Fosse pure ottimo il risultato, è abusare del proprio tempo e del proprio talento. Coprire una tela non è riempirla di colori, è abbozzare la velatura, è disporre masse con toni leggeri e trasparenti. La tela deve essere coperta – mentalmente – nell’attimo in cui lo scrittore prende la penna per scrivere il titolo.
Dicono che Balzac riempia la sua copia e le sue bozze in modo capriccioso e disordinato. Un romanzo passa quindi per una serie di genesi, dove si disperde non solo l’unità della frase, ma anche dell’opera. È senza dubbio questo cattivo metodo a dare spesso al suo stile un no so che di prolisso, di confuso e di arruffato, l’unico difetto di questo grande storico.
Questo è il capitolo V completo poi il libro consta di 61 pagine. Boudelaire rientra nella schiera dei geni, ma a mio avviso pecca di argomenti limitandosi all’amore – di per sé argomento infinito.
Nel passo successivo si intravede la sua grande luce nera, nell’avvisare i giovani poeti sui temi dell’amore.
“Scelta di massime consolanti sull’amore” apparso su Le corsare-Satan 3 marzo 1846. Preso dallo stesso volumetto.
«Giovani che volete essere grandi poeti, guardatevi dai paradossi in amore; lasciate che siano gli studenti, ebbri del loro primo oppio, a cantare a squarciagola le glorie della donna grassa; abbandonate tali menzogni ai neofiti della scuola pseudo-romantica. Se la donna grassa può essere un attraente capriccio, la donna magra è un pozzo di tenebrose voluttà…».
Nel volume si susseguono capitoli pieni di spirito e per nulla convenzionali nel trattare argomenti come:
Della fortuna e della scalogna negli esordi – Capitolo I
Dei compensi – Capitolo II
Della stroncatura – Capitolo IV
Dei metodi di composizione – Capitolo VI
Fino ad arrivare a:
Delle Amanti…
Insomma un grande contributo alla visione romantico-assassina come la chiamo io, dell’essere, o voler essere scrittori dal grande Baudelaire.
Ciao ed a presto.
Post-arte