Personaggi protagonisti, quale età?

Sfogliando oggi una libreria virtuale per orientarmi su prossimi acquisti per l'estate, riflettevo che assai frequentemente, e non parlo di libri per ragazzi, il/la protagonista è un adolescente. E' indubbio che è un'età molto affascinante che può offrire una vasta gamma di soluzioni letterarie.

Visto che qua, chi più chi meno, tutti ci cimentiamo con la scrittura, qual'è l'età che preferibilmente deve avere il/la vostro/a protagonista?

E perchè?

in assoluto???
uhm, non credo che si possa rispondere.

Cosa vuol dire in assoluto?

Non ho detto che uno debba scegliersi il protagonista e quello resti per tutta la vita.

Mi stavo solo chiedendo se vi riesce più facile o vi dia maggior soddisfazione scrivere di un protagonista con un'età piuttosto che un'altra.

Non mi sembra che NON si possa rispondere...

Grazie lo stesso, comunque.

naturalmente, intorno alla mia! è il modo più semplice per immedesimarmi nel personaggio, e visto che nel frattempo cresco nessuno se ne accorge. es: il mio primo romanzo i protagonisti sono diciassettenni ( iniziato a scrivere a 17 anni ) il mio prossimo romanzo avrà come protagonista un venticinquenne ( ne ho 22, ora che avrò finito il romanzo ne avrò almeno, almeno, 25! )
il modo più semplice per fare un personaggio credibile è aver passato le esperienze e le sensazioni sulla propria pelle, magari con un po' di tempo di distacco, in modo da non rimanerci intrappolati

Nel mare di spalle scrivo di sedicenni ma non ha un protagonista è piuttosto corale. L'età di cui preferirei scrivere? Penso che in futuro vorrei affrontare una storia altrettanto corale con un range ampio.. Dai venti ai settanta. Ho già un'idea.

Bellissima domanda, waltercorvetto.
Per risponderti, essendo io di memoria corta, ho tirato fuori dal comò una manciata dei miei librini e li ho riguardati.
Seguo la data di pubblicazione, che è all'incirca anche quella in cui sono stati scritti.

2002: "Le putine del Canal Gorzone". Protagoniste sono due bambine di 8-9 anni che si apprestano a fare la Prima Comunione e non presagiscono nulla della tragedia che le attende (rivisitazione romanzata di un terribile fatto di cronaca degli anni '50).

2004. "Il bosco dell'unicorno". Protagonista è un vecchio nobiluomo, burbero e un po' tocco. Lombardia, secolo XVI.

2005: "Mir i dobro". Protagonista è un giovane croato capitato per sbaglio a Venezia e incarcerato al posto di un altro. Età, all'incirca venti-ventidue. Venezia, secolo XVI.

2005: "La sciarpa azzurra". Tre i protagonisti: un giovane e sfortunato poeta, il suo balengo e vecchio carceriere, e, ultimo, il Primo Inquisitore, grasso, anziano, e tutt'altro che stinco di santo. Venezia, XVI secolo.

2007: "La congiura degli Olderichi". Protagonista è un finto prete di mezza età su cui arriva, inesorabile, la vendetta di una famiglia romana cui in gioventù aveva fatto torto. Venezia, XVI secolo.

2007: "Lo scrivano". Protagonista è un trentaseienne sciapo, scrivano all'Ufficio dei Dieci, travolto dalla gelosia per la moglie giovanissima, ex-suora da lui fatta scappare dal convento. Venezia, XVI secolo.

2007: "Il pittore merdazzèr". Protagonista è un diciottenne levantino arrivato a Venezia per fare l'apprendista nella bottega di Tiziano, e ridottosi a fare un po' il cialtrone e un po' il merdazzèr (ovvero, raccoglitore di escrementi dalla pubblica via). Venezia, XVI secolo.

2010 (in corso di stampa): "La strega e il robivecchi". Protagonista è un baldo venticinquenne, di professione robivecchi, innamorato non corrisposto di una ragazza destinata a finire sul rogo come strega. Triora, XVI secolo.

Da inviare prox settimana all'editore: "La firma del diavolo". Protagonista è un cavaliere (non quello , eh) sui trentacinque anni, che cerca in tutti i modi di fare assolvere dall'accusa di stregoneria la donna con cui ha avuto una relazione clandestina. Triora, XVI secolo.

Il romanzo in corso d'opera, ambientato nella Venezia del XVI secolo, ha per protagonista un quasi ottantenne medico ebreo, dedito a studi di alchimia, magia ed esperimenti di visione/comunicazione con i morti.

Ci sarebbero anche altre cose, ma ve le risparmio


Mi è piaciuta la domanda del corvetto perché non avevo mai riflettuto sull'età dei miei personaggi. Quando comincio a scrivere un racconto/romanzo, è la storia a dare voce e consistenza ai miei personaggi, mai il contrario. Di solito prendo spunto da fatti di cronaca, atti processuali, registro dei condannati. Quello è il blocco di partenza da cui parto di gran carriera: la storia, non il protagonista.

baci da melitta morta de caldo

Grazie Fio! Contraccambio congratulandomi per l'altrettanto bella ed articolata risposta.

Questa curiosità m'è sorta, come dicevo, proprio nel constatare quanti scrittori, ma proprio tanti e non devo certo insegnarlo a voi, scrivono di ragazzi e ragazze ottenedo romanzi veramente belli.

Io stesso, per quel che può valere, nel cimentarmi a scrivere qualcosa mi ritrovo a pensare agli anni della mia adolescenza. Sono gli anni che mi offrono più spunti. Era la vita che decideva per me ed ogni giorno mi riservava sorprese. Il filtro dei ricordi rende poi quasi magiche quelle continue scoperte.

Naturalmente, poi, come si evince dal prezioso elenco che ci hai sottoposto, scrivendo con continuità il bisogno di diversificare e soprattutto, giustamente, il bisogno di assecondare un giusto tipo di personaggio alla storia che si vuol raccontare porta inevitabilmente a confrontarsi con le varie fasi della nostra vita.

Merci beaucoup!

Corvetto, scusa se ho liquidato in quattro e quattro otto la tua domanda, ma ho letto "età che preferibilmente deve avere un personaggio" e l'ho interpretata in senso assoluto... per questo mi sembrava impossibile rispondere.
Peraltro concordo con gli altri: con senza, che saggiamente cerca di parlare di personaggi della sua età perchè in questo modo conosce bene su che terreno si muove, ma anche con Melitta, il cui personaggio diventa femmina o maschio, giovane o vecchio, nobile o merdazzer a seconda dell'estro e della storia.
Quanto a me, ho scritto storie troppo brevi per poter rispondere: il personaggio di un racconto, per quanto possa essere azzeccato o caro all'autore, lo accompagnerà sempre per una strada troppo breve, si sveglierà e andrà a dormire con lui per molto meno tempo di quanto potrebbe fare se fosse il protagonista di un romanzo, e quindi l'immedesimazione (letta come uguaglianza d'età) forse conta un pò meno...
Dando un'occhiata al complesso dei racconti che ho scritto però, noto che i protagonisti di quelli meglio riusciti sono in genere due, uno giovane e una figura genitoriale, in genere. Dunque vero protagonista è l'incontro-scontro di età più che il personaggio in sè.

Corvetto, mi perdoni????
Un fiore per te!

Giuro che se non mi arrivavano le tue scuse sarei corso a suicidarmi!!!



Scuse accettate e perdono inevitabile

Scherzi a parte io pure dovrei fare ammenda per la risposta risentita che ti ho riservato, sapendo bene che non sempre e non per propria volontà si ha il tempo di articolare gli interventi come si vorrebbe.

Ciao Strammy

melitta ha scritto:

Bellissima domanda, waltercorvetto.
Quello è il blocco di partenza da cui parto di gran carriera: la storia, non il protagonista.

Sì, condivido questa scelta.

A.