Il NoBerlusconiDay di Facebook

Concordo con l'analisi di zerodue circa la non ripetitività della storia. Le condizioni cambiano sempre, ad esempio durante il fascismo la maggior parte degli italiani erano contadini, non so quanti addirittura analfabeti ma certo tanti. La classe operaia, anch'essa ben nutrita, è andata rimpicciolendo. Il resto del mondo è cambiato, l'economia è diventata globale, ecc.ecc., insomma il clima odierno è quello, appunto, di oggi.

La manifestazione è stata fantastica: pacifica, allegra, eppure mossa dall'indignazione e dal disgusto per il comportamento di Berlusconi e dei suoi seguaci. Gli interventi sul palco sono stati vivi e vibranti, niente a che vedere con quelli della manifestazione indetta dai sindacati per la libertà di stampa a Piazza del Popolo di qualche tempo prima. La partecipazione è stata enorme, ma naturalmente il milione e passa di persone è diventato quel patetico, quasi assurdo "90.000" del comunicato della Questura. Ed è un bene che sia stato così, significa che questo strano movimento apartitico nato dalla rete destava preoccupazione, e bisognava diminuirne la carica almeno a parole.

Il seguito? Presto per dirlo, ma io vedo un filo conduttore che va dai primi tentativi di far politica attraverso manifestazioni e girotondi fino al post No-B-Day, ci vedo un andare per tentativi fino a trovare la strada giusta perché la gente si attivi e la sinistra tradizionale emerga dal lungo sonno, pena la perdita di una fetta dell'elettorato. Le prossime mosse sono un st-in in tutte le principali città il 30 gennaio in dfesa della costituzione, e varie iniziative ( già iniziate) per costituire comitati locali dove i viola discutono di persona e si organizzano. La tendenza sembra essere quella di evitare di diventare partito.

Sì, alla manifestazione si sono viste bandiere rosse e dell'IdV, ma il fatto che quei partiti ed associazioni si siano accodati anziché promuovere l'evento è la novità. La ragione del sccesso dell'iniziativa sta nella scoperta che il male peggiore dell'Italia sta non, genericamente, nel governo, ma nela figura e nel comportamento anti-democratico del premier, la legalità delle cui azioni è stata messa in dubbio dalla Giustizia. E nel berlusconismo, inteso come la trasmissione e la diffusione di una serie di "non-valori" attraverso la televisione e i giornali filo-governativi. Intrattenimento sopra tutto, mancanza di proposte culturali, figura femminile svilita, cattive maniere nel porsi uno verso l'altro, reality-shows, ecc.

Staremo a vedere, e per quanto mi riguarda staremo a ...fare!