Al Dolphin Hotel
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Al Dolphin Hotel

Mi accade spesso di sognare l’Albergo del Delfino.
 
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 Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!

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smoje

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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeMer Mag 27, 2009 3:26 pm

io non ho commentato perchè non mi fido delle mie capacità critiche, quando faccio parte anch'io dei partecipanti. purtroppo tendo ad essere poco obiettivo.
LO SO che è sbagliato, sotto tutti i punti di vista, lo so che non è un concorso ma un gioco tra amici, per cui ve ne chiedo scusa, ma tant'è
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il_corvo

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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeMer Mag 27, 2009 3:35 pm

Io non ho partecipato al concorso perchè non sono riuscito a scrivere niente che valesse la pena di essere proposto.
Perlomeno ho commentato.

In assenza di altri giudici sarei ben felice di proclamare il vincitore (secondo il mio modesto parere)
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeMer Mag 27, 2009 5:17 pm

Resta aperta la mi domanda e spero che altri rispondano.

Però volevo chiedere al corvo: ora che hai letto qualche altro racconto, pensi che avresti potuto scriverne uno anche tu? (mi spiego meglio: non hai scritto, perchè le regole erano così larghe che ti ci sei peso dentro? Oppure è stato un semplice calo di fantasia/ ansia da prestazione, però adesso, ripensandoci, sai che in effetti avresti potuto partecipare tranquillamente e divertirti? Oppure pensi che non sia uscito niente di buono - non tanto dai racconti, quanto dai commenti - e quindi non interesserebbe un altro esperimentucolo come questo dei Bari?)
(nb: in raltà questa domanda è aperta a tutti,eh?!)

Caro smoje, una critica a me avrebbe fatto piacere. Dall'altra parte una volta una persona criticò un racconto che avevo postato e lì per lì pensai che non aveva capito niente. Poi rileggendolo dopo mesi, ho capito cosa voleva dire. Era l'unico ad avermi fatto notare un certo "errore"... e aveva ragione lui! Non chi mi aveva detto Bello! Bello! perciò, nel caso ci ripensassi... io sarei sunny .

NB: buffo che abbiate risposto voi due, che cmq avete preso parte all'iniziativa...

Dai, ragazzi, fatemi capire se è il caso di proporre altro o no. (ne va della mia fama di organizzatrice di eventi, eh?!?! Sapete che per certe cose mi impegno... varie1 )
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeMer Mag 27, 2009 5:19 pm

ps: corvo, rimetti il veccho avatar.....!!! (è bello anche questo, ma l'altro....!)
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeMer Mag 27, 2009 7:57 pm

Laughing

Con questa estate torrida, alla mia veneranda età, non è così improbabile assistere ad "ansie da prestazione"...

Dopo aver letto i primi due racconti, quello di Fiorella e quello del Vecchiaccio, in effetti mi ero quasi congratulato con me stesso della decisione di non partecipare. Erano, sono, entrambi molto legati a ciò che la visione del quadro ispira. A me l'unica fonte di ispirazione veniva dal titolo.
Poi ho letto il tuo racconto e quelli di Smoje e Manuel e concordo che in definitiva avrei potuto "giocare" anch'io. Se fossi riuscito a sviluppare l'ideuzza che il titolo mi suggeriva probabilmente ne sarebbe uscito qualcosa di simpatico. Tieni comunque presente che per me non è affatto facile. La "vena" se mai ve n'è stata una, è esaurita da tempo.
Nonostante ciò mi è piaciuto leggervi, mi sono divertito e credo, in fondo, di aver contribuito anch'io allo sviluppo del gioco (Non dimenticare che continuando così le cose mi arrogherò il diritto di decretare io il vincitore del mini-torneo! Very Happy)
Io direi di aspettare ancora qualche giorno. Poi... (decretato per l'appunto il vincitore/ice) sarei felicissimo di conoscere quali altre sorprese ci riserverà la tua amabile testolina!

p.s. Sono molto sensibile alle adulazioni. Mi sa che provvederò a brevissimo al ripristino! Wink
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeGio Mag 28, 2009 9:01 pm

stramma ha scritto:
Domanda non retorica:
chi non ha commentato i pochi racconti postati (su 12 persone che avevano detto avrebbero partecipato... solo 5 lo hanno fatto davvero) non lo ha fatto perchè:
a) troppo impegnati per fatti extradolphin
b) troppo orripilati dalla bruttezza dei racconti
c) troppo indifferenti all'iniziativa, giudicata troppo poco interessante


(Come vedete il troppo stroppia!)

rispondo velocemente stramma Smile

personalmente non ho partecipato perchè l'extradolphin mi uccide
e poi, ormai da mesi, non mi si infilano due linee consecutive di word nemmeno a pagarle...

però non ho ritenuto poco interessante la cosa
ed ho letto i vostri racconti

la posso considerare partecipazione passiva???? Very Happy

(no è? vabbè c'ho provato... Wink)
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeVen Mag 29, 2009 12:23 pm

Ho letto i vostri racconti e penso che l’esperimento di scrittura su un tema specifico sia una bella cosa, alla quale non ho partecipato perché non ho mai scritto per adulti e invero non scrivo più neanche per i bambini.
Non posso fare a meno, quando leggo un racconto, di confrontarlo mentalmente con i racconti o con i romanzi dei grandi scrittori classici di cui mi sono imbevuta, e anche se le vostre idee di fondo sono tutte simpatiche, mancano spesso a mio parere alcuni elementi fondamentali: 1) le descrizioni di luoghi e la caratterizzazione delle persone che per quanto succinte non siano generiche ma facciano immaginare al lettore la scena o il personaggio in maniera precisa, incisiva. Se, ad esempio, si dice “mio padre era un grande uomo”, qualcosa che segue deve farci percepire la grandezza sentita dal figlio, se si descrivono i carretti e gli inservienti questi devono balzare gli occhi, all’udito e a più sensi possibile. 2) delle riflessioni personali dell’autore che facciano da sostrato e ulteriore elemento d’interesse ai fatti di per sé 3) le svolte che danno il ritmo alla narrativa, i colpi di scena non necessariamente finali, lo svolgersi degli eventi che acquista un significato che va oltre gli stessi e che dia una morale che il lettore può accettare o meno ma comunque lo faccia rimuginare per bene. 4) In parallelo al numero 2, il sapore del tempo se l’ambientazione è nel passato, e perciò una documentazione a monte che renda possibile rivelarne un poco.
Parlando di stile, invece, l’ho trovato scorrevole e piacevole in tutti i racconti.
Il racconto di Melitta contiene in qualche misura gli elementi succitati, fuorché il giudizio morale dell’autore, e forse per questo è leggermente freddo, proprio perché un po’ di indignazione ci starebbe bene a monte della narrativa, e delle emozioni che vadano in parallelo al sangue che scorre. E’ un po’ un film muto insomma. L’idea di stramma è simpatica, ma manca di una spiegazione che giustifichi l’atteggiamento del prete, né si comprende quel “salvati” finale. Il racconto di Manuel è tutto azione, con dei dialoghi abbastanza vivaci e realistici, ma i motivi di fondo del comportamento dei personaggi non sono neanche accennati, dobbiamo prendere i fatti per quelli che sono e ciò dà meno soddisfazione che cercare di capire perché una persona si comporta in un certo modo in una data situazione, al di là di quali siano questi eventi e dove si svolgono. Il perché delle azioni umane resta la parte più interessante della narrativa a mio parere.
La famigliola tenera e dolce presentata da smoje sarebbe un buono spunto per la caratterizzazione di personaggi, il figlio bullo ad esempio, ma anche nel suo racconto tutto scorre via veloce senza approfondimenti.
Nel racconto del Grande Vecchio c’è un meritevole tentativo di far affiorare un poco dell’atmosfera del tempo nelle descrizioni, e il paragrafo, interessante seppur ampliabile,, sui poveri puniti da Dio, aggiunge un elemento allo svolgersi dei fatti. Manca però il mordente, la svolta, né si comprende perché Martino, che stava vincendo, si indebita invece, anche qui bisogna accettare il dato per quello che è e scavare nel cervello per capire come va anziché avere una spiegazione, è come se mancassero dei passaggi.
Queste le mie critiche, che, ripeto, partono da un concetto di racconto molto alto, quello degli autori classici italiani e stranieri. Ciò detto, l’iniziativa è bella e si è rivelata stimolante per chi vi ha partecipato, scrivere “insieme” è un po’ come far parte di un coro, è una attività interessante e diversa da condividere, lontana dalle solite mansioni quotidiane e che impegna una sfera dell’io profonda. Prendete i miei commenti perciò positivamente, non distruttive ma costruttive. Oppure ignorateli!
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeVen Mag 29, 2009 2:47 pm

dot, scusa se mi permetto ma
pur comprendendo il tuo punto di vista
secondo me
valutare un racconto a tema di quattromila battute
paragonandolo con i grandi classici del passato
è come cercare di applicare le regole di formula uno
ad una corsa tra ranocchie Very Happy

fermo restando che tu sei ovviamente libera di farlo, ci mancherebbe...

solo che in 4000 battute è davvero dura inserire tutto quel che ti aspetti
e la difficoltà di questi racconti è proprio nella stringatezza
negli spazi angusti
nel tagliare quelle due parole che proprio non trovano posto...

insomma: guerra e pace è un'altra cosa!

su questo almeno saremo concordi...

Smile

(senza polemica è
solo per il gusto di chiacchierare...)
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeVen Mag 29, 2009 5:45 pm

Eh, sì, Lone, sono d'accordo con te, CRA CRA!
E poi non dimentichiamo da dove era partito tutto il busillisi. O meglio lo spirito del gioco: allenarsi, confrontarsi su un tema unico in pochissime battute. E scoprire dove la fantasia può portare ognuno di noi, anche quelli che non scrivono da tanto (maledetto WORD!)

Però Dot ci ha detto cosa pensava dei racconti letti, tu che li hai letti e basta. Commenti? Suggerimenti? Varie ed eventuali???? Question
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeSab Mag 30, 2009 12:40 am

posso scegliere le varie ed eventuali???

no è...

vada per i commenti

ma prendeteli per quello che sono è

mi raccomando Wink
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeSab Mag 30, 2009 1:27 am

Les jeux sont faits

prendete i miei commenti per quel che sono,
(farneticazioni d'un vecchio lupo rincoglionito Very Happy)
mi raccomando...

buonanotte

Smile
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeSab Mag 30, 2009 2:33 am

Ringrazio Dotty e il Lupone per averci regalato tempo, riflessioni e amicizia - devo dire che fino a oggi il silenzio dei dolphiniani mi aveva un po' abbattuta, ma finalmente c'è stata la riscossa! cheers

Al Lupone nostro benedetto ho già replicato nella sezione riservata.

Ora spendo qualche parola per Dotty.
Superfluo ripetere quanto detto da Lone: con 4.000 battute a disposizione, a meno che uno non si chiami Gabriele Romagnoli, il racconto folgorante, perfetto, proprio non può venire.
Ho trovato interessanti le tue considerazioni su ciò che dovrebbe contenere un buon testo; secondo me meriterebbero l'apertura di un thread apposito, visto che hai messo molta carne al fuoco e cose da dire ce ne sarebbero davvero tante.

Venendo al mio racconto, ti ringrazio per l'apprezzamento e provo a difendere le mie scelte narrative.
Tu dici che avresti gradito trovarvi "indignazione". Primo problema: un cane può indignarsi e azzannare, un uomo può indignarsi e menare ceffoni, ma come fa una carta da gioco a indignarsi? Si mette a mordere la mano del giocatore? O si cambia di seme, giusto per spiazzare il padrone baro? O si autocancella? No, Dotty cara, una scelta narrativa di questo genere avrebbe snaturato completamente il racconto, virando nel grottesco, nel surreale, in quella che io chiamo (e ne ho scritte parecchie!) "una storia cialtrona".
In un racconto ci deve essere coerenza psicologica. Ciò che è permesso in una storia con un narratore onnisciente non è permesso in una storia condotta da un io narrante. La mia carta è troppo giovane e smarrita per elaborare una strategia di azione complessa come l'indignazione; è una creatura che del mondo ha conosciuto solo la nascita, un viaggio nel chiuso di un carro, stretta alle sorelle che come lei della vita non sapevano niente, poi lo "stupro" di alcune di loro, e subito "il mercato delle vergini" (non ho scritto, asetticamente: partita a carte), dove gli uomini si "servono" di lei (non: giocano), fino all'ultimo atto: l'orrore di pensare che il suo tragico e definitivo sepolcro sarà il corpo dell'uomo che più l'ha umiliata, spaventata e fatta soffrire. La mia carta è una creatura fragile e sgomenta, non è una combattente, perché nessuno le ha insegnato a ribellarsi e combattere, e non ne ha neanche i mezzi (se non quelli grotteschi sopra elencati).

Capisco il tuo punto di vista; la stessa storia ciascuno di noi la scriverebbe a suo modo. Tu hai la tempra dell'audace guerriera; io a volte sì a volte no, dipende dalla materia su cui lavoro (ma credo che sia più spesso la materia a plasmare me e non viceversa). La guerriera si aspetta personaggi con grinta; melitta si aspetta solo che i personaggi siano psicologicamente coerenti con la storia narrata. E questa storia io l'ho sentita in questo modo: colei che sembra nata solo per essere usata e subito gettata via, diventa invece "viva per sempre", grazie al miracolo dell'incontro con la persona giusta. Si uniscono due diverse disperazioni, e dalla loro unione viene generata una creatura immortale: il quadro, quel quadro.

Dici che manca il mio giudizio morale? C'è, ed è evidente fin dal sottotitolo: non omnis moriar, non morirò del tutto. Ovvero: muoiono gli uomini ma non muoiono le loro opere; e non muoiono nemmeno gli oggetti ritratti, per quanto umili, poveri e negletti essi siano stati in vita. Vivono i guanti bucati e sdruciti, i colletti unti, i piedi sporchi, le foglie secche, le unghie orlate di nero, gli otto di cuori e le piume da sborone infilate nei cappelli... Questo è il miracolo che opera l'arte: una vita eterna senza bisogno di Risurrezione. W l'arte! (W l'arte! è il giudizio morale dell'autrice Very Happy )

Ancora grazie e baci baci,
Melitta
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Il grande vecchio

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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeSab Mag 30, 2009 12:09 pm

Scusate il lungo silenzio, ma tra il viaggio e il fatto che sto lottando per non perdere tutti i dati del lavoro (causa distruzione disco fisso) non ho avuto molto tempo. Per dare un'idea del tutto, rischio che il pc mi si spenga mentre termino di scrivere. Fate un po' voi... Diciamo che nella migliore delle ipotesi dovrò spederci molto tempo, della peggiore preferirei non parlare! affraid

Scrivo perciò velocemente...
Spero che la discussione prosegua e che io possa parteciparvi (lunedì verrà il tecnico a rapirmi il pc). Mi fa piacere che altre persone si siano unite al progetto commentando.
Avendo letto velocemente Dot la ringrazio per il commento e aggiungo una spiegazione ad un particolare che le era poco chiaro: Martino da principio vince perché questa è la strategia dei bari: prima ti illudono di poter vincere a man bassa, quando poi inizi a perdere (causa imbroglio) non riesci ad uscire dal gioco perché ripensi a quanto stavi guadagnando e credi di poterti rifare.

A presto, spero.
Un abbraccio a tutti.
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Dot

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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeLun Giu 01, 2009 10:58 am

Salvelox. Rispondo alle risposte ai miei commenti. Più che aprire un thread magari analizzo, squarto, molecolizzo, passo al setaccio e commento i racconti uno per uno se volete, per offrire suggerimenti su quali elementi andrebbero ampliati e approfonditi e quali, al contrario, eliminati. Cosa che posso fare anche scrivendo in privato a ognuno di voi eventualmente, ogni volta che ho un po' di tempo.

Devo dire che il fatto di confrontare qualsiasi testo narrativo con i migliori esempi della letteratura porta a usare un metro di giudizio severissimo. Non riesco a considerare la scrittura un’attività come le altre e prenderla alla leggera, l’esistenza di un racconto o di un romanzo per me deve essere giustificata dal messaggio che l’autore offre al lettore oltre che da inventiva e capacità di scrivere. E il messaggio presuppone chiarezza. Qui vengo a un punto fondamentale, peraltro già discusso con voi in passato. Tutte le spiegazioni che gli autori danno dovrebbero non essere necessarie. Quando leggiamo lo scritto di un bravo autore non abbiamo niente da chiedergli, è tutto chiaro, anche se il suo testo può lasciarci con uno strano sapore in bocca. La chiarezza proviene dalla logica, gli eventi narrati sono concatenati, studiati a monte direi, in modo realistico perfino quando si tratta di una narrativa di genere grottesco, che segue una logica sua ma comunque fondata e non campata in aria.

La logica, a sua volta, richiede spiegazioni. Se io scrivo che Mario si è sfilato i calzini e se li è messi in testa, dovrò comunicare al lettore o che Mario è matto, e non fermarmi alla dichiarazione ma dare una spiegazione per la sua pazzia, oppure convincerli che nel contesto della storia quell’azione ha senso. Se non lo spiego chiedo al lettore di accettare l’idea che mi è venuta in mente o per farmi piacere o perché desidero che inventi lui il motivo. Ma questo non produce un buono scritto perché il lettore non accetta né l’una né l’altra richiesta e passa a leggere qualcosa che lo spinga sì al ragionamento, ma partendo da una maggiore complessità di concetti , ben strutturati, e da domande interessanti che lo facciano riflettere. Anche l’informazione gioca un ruolo importante nella narrativa, leggendo imparo tante cose che non sapevo grazie al fatto che l’autore si è preso l’impegno di ricercarle per poi offrirmele.

Dico questo perché spesso nei racconti di non professionisti riscontro poca chiarezza, o perché sono stati scritti in poco tempo e non riguardati criticamente o perché l’atteggiamento è quello di cui parlavo prima, lasciamo delle parti non chiare così il lettore si lambiccherà il cervello per capire cosa veramente volevo dire. Oppure perché ci si accontenta del prodotto finale comunque piacevole e scorrevole. Ed è qui che mi sembra che le nostre posizioni divergano, per voi un raccontino esprime comunque la vostra personalità, per me o possiede gli elementi giusti o va nel dimenticatoio e allora che cosa mi ha dato? Che l’ho letto a fare se non mi dà il piacere che deriva dall' avermi fatto sia sognare e immaginare offrendomi sufficienti elementi perchè ciò sia possibile, che riflettere? Per me la narrativa ha una certa sacralità, come le arti visive, e considero ambedue un dono che autori e artisti fanno e che costa loro un grande impegno.

Melitta, tu dici che se la carta da gioco si indignasse si scivolerebbe nel grottesco. Ma una carta da gioco che narra, ricorda, sente è già un’immagine surreale, tanto vale andare fino in fondo no?
Grande Vecchio, tu spieghi che all’inizio i bari fanno vincere, e questo è interessante per chi voglia sapere qualcosa di quel mondo. Sarebbe stato meglio se all’interno del racconto avessi offerto questa spiegazione, possibilmente correlata da altro, per quanto tempo fanno vincere, cosa dicono ( dialogo) , qualcosa su quello che pensano, altri elementi che facciano immaginare la scena, accorciando magari la parte iniziale. Nel tuo racconto poi c’è un concetto che lascia un po’ così, cioè che i ricchi devono indirizzare i poveri al bene: a me sembra che fossero più interessati a sfruttarli e a non essere danneggiati da loro, e che del loro apprendimento del bene se ne infischiassero abbastanza, Chiesa compresa.

Non sono guerriera, melitta! Solo, se commento degli scritti lo faccio in maniera critica, con la speranza che chi scrive e ha intenzione di continuare a farlo faccia un qualche uso delle mie osservazioni. Spero che si capisca che sono incentrate sui testi in questione e mai estese alle persone, per le quali provo simpatia e affetto da molti anni.
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melitta

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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeLun Giu 01, 2009 5:02 pm

Cara Dotty, ti ringrazio per avere aggiunto altre osservazioni e spunti di riflessione. Faccio sempre tesoro delle parole dei miei lettori e, per dimostrarti quanto il tuo dire sia stato recepito, ho postato nella sezione I BARI un nuovo racconto geek , incentrato appunto sull'indignazione Twisted Evil Twisted Evil Twisted Evil

Specularmente a quella postata in precedenza, anche questa storia è narrata in prima persona da una carta da gioco. Non è più l'Otto di cuori, ma il Sei di fiori, l'altra carta che fa capolino dal dedrè del baro.
Appartiene al genere delle mie storie gaglioffe tongue ; niente poesia, niente voli pindarici, nessuna ricercatezza stilistica. Come ho detto sopra, è la materia a plasmare l'autrice: l'indignazione ha voce diversa dallo sgomento, e di conseguenza diverso è l'io narrante. Anche questa storia è dolphiniana al 100%: non l'avrei avrei mai scritta se non fosse stata Dotty a "provocarmi" Smile flower flower

Dotty, se hai tempo e voglia, aggiungi altri suggerimenti in coda ai lavori presentati, oppure qui, come ti viene meglio. Questo si sta rivelando un utilissimo Laboratorio di scrittura, e più punti di vista si mettono a confronto, meglio è. Ancora grazie grazie!

baci baci
Melitta
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeMar Giu 02, 2009 1:07 pm

Però volevo chiedere al corvo: ora che hai letto qualche altro racconto, pensi che avresti potuto scriverne uno anche tu? (mi spiego meglio: non hai scritto, perchè le regole erano così larghe che ti ci sei peso dentro? Oppure è stato un semplice calo di fantasia/ ansia da prestazione, però adesso, ripensandoci, sai che in effetti avresti potuto partecipare tranquillamente e divertirti? Oppure pensi che non sia uscito niente di buono - non tanto dai racconti, quanto dai commenti - e quindi non interesserebbe un altro esperimentucolo come questo dei Bari?)
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Prendo spunto e ti ripondo

Per quanto mi riguarda niente ansia da prestazione...anzi, mi divertiva molto l'idea e avevo pure qalcosetta in testa.
A parte il periodo particolarmente incasinato sotto ogni punto di vista Mad non ho scritto niente perchè il mio carissimo PC è in tilt e si rifiuta di aprirmi le pagine di xord drunken , e mi sta collegato a internet piu' o meno quando si ricorda!
Stamattina è in buona... e approfitto Smile
In effetti mi dispiace di non essere riuscita a partecipare, e (pc permettendo) se ne verranno fuori altri, non mi tiro indietro.
I racconti sono interessanti, con tutti i limiti previsti.
A me piacerebbe leggerli in versione...illimitata, lasciando ognuno libero di esprimersi.
Cosa difficile da fare un forum.
Baci sparsi
flower D
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melitta

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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeMer Giu 03, 2009 11:32 am

W! cheers Anche Daniela ha commentato tutti i racconti! Grazie grazie, carissima! flower
(Dani, se riesci a trovare mezz’ora per scrivere anche tu la tua novelletta, mi raccomando postala: la leggeremo volentierissimo!)

Ora che il numero dei commentatori è salito, si possono già trarre alcune (provvisorie) conclusioni.
I lavori più convincenti sembrano per il momento essere quelli più briosi, che utilizzano non schemi e linguaggio desunti dalla letteratura, ma dal linguaggio parlato (anti-letterario per definizione).
Al gioco dei bari si vince con il guizzo nell’ironia, lo sberleffo, la battuta che strappa il sorriso se non addirittura la risata liberatoria. Queste indicazioni le ho trovate utilissime. Ma sollevano anche delle domande.

È dunque un invito a non “scimmiottare i Grandi”? A far sentire la “nostra” voce, e non l’eco degli scrittori che, magari inconsciamente, vorremmo imitare?
Oppure è la “misura stretta” (4.000 battute) a valorizzare di più il racconto di stampo teatrale, in stile Zelig o Carro dei Guitti?
O ancora: non sarà per caso il “mezzo”, ovvero una lettura fatta non su carta ma su schermo del computer, ad appiattire i racconti più ancorati a stilemi classici e a far risaltare invece quelli più scattanti e spiritosi?

Vi ringrazio tutti.

Figliuoli, vi adoro!
Baci baci,
Melitta
cat
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeMer Giu 03, 2009 12:40 pm

Sinceramente non penso vi sia una ricetta valida per ogni occasione. E' fuor di dubbio che in 4.000 battute non ci si può perdere in descrizioni troppo dettagliate. D'altro canto nemmeno uno stile canzonatorio e leggero può essere sinonimo di riuscita.
Come in tutte le cose di questo mondo fa centro chi azzecca un giusto mix di capacità di scrittura e capacità di catturare l'interesse del lettore. Di volta in volta può essere uno spunto comico quanto un piccolo atto drammatico.
Per entrare nel dettaglio, credo di non rivelare alcunchè di sconvolgente dichiarando che il racconto di Strammy è stato di gran lunga il più interessante, ma, io almeno, non l'ho trovato nè in stile Zelig nè da carro dei guitti. E' proprio l'esempio calzante di capacità di scrittura prestata ad una storiella accattivante e con un finale magistrale.
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeMer Giu 03, 2009 1:26 pm

Sulla validità del racconto della Strammy-girl non ci sono dubbi, tant'è che fin dalla prima lettura mi ha entusiasmata. Al pari di quello di Smoje, come si è visto dai commenti da me espressi nella sezione riservata. Entrambi si prestano a una lettura teatrale (e non a caso tutti e due i Nostri hanno esperienza di teatro!). Se li ho accostati a Zelig o al Carro dei Guitti non è per sminuirli (ripeto: mi sono piaciuti un sacco!), ma in riferimento ai due finali, che fanno espliciti riferimenti a "materia volgare" (non degna di uno Shakespeare o di un Pirandello, per intenderci).

Se esistesse ancora la censura rigida, bieca e becera di qualche anno fa, il racconto di Strammy sarebbe stato bollato con la scritta Vietato ai Minori, perchè di quel che fanno i preti dentro e fuori il confessionale, e soprattutto di ciò che palpita geek sotto la tonaca dei preti, non si può e non si deve parlare. Ne convieni, corvetto?

baci baci,
Melitta
rendeer
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeGio Giu 04, 2009 6:49 pm

Volevo rispondere molte delle cose interessanti scritte da Dot.
Cito in ordine sparso.

Citazione :
Quando leggiamo lo scritto di un bravo autore non abbiamo niente da chiedergli, è tutto chiaro, anche se il suo testo può lasciarci con uno strano sapore in bocca. La chiarezza proviene dalla logica, gli eventi narrati sono concatenati, studiati a monte direi, in modo realistico perfino quando si tratta di una narrativa di genere grottesco, che segue una logica sua ma comunque fondata e non campata in aria.
La logica, a sua volta, richiede spiegazioni. Se io scrivo che Mario si è sfilato i calzini e se li è messi in testa, dovrò comunicare al lettore o che Mario è matto
Ma perché, non lo stai già facendo, proprio descrivendo un'azione fuori dalla ptrassi comune????
Citazione :
e non fermarmi alla dichiarazione ma dare una spiegazione per la sua pazzia
credi davvero che sia SEMPRE, per qualsiasi genere letterario, in qualsiasi contesto, necessario dare una spiegazione? Dare nel senso di esplicitarla???
Citazione :
oppure convincerli che nel contesto della storia quell’azione ha senso
. Uhm, convincere in che modo? Intervenendo come narratore onnisciente? O entrando nelle maglie del racconto con digressioni… Dai, in questo caso non era una soluzione praticabile per via delle 4000 battute!
Citazione :
Se non lo spiego chiedo al lettore di accettare l’idea che mi è venuta in mente o per farmi piacere o perché desidero che inventi lui il motivo. Ma questo non produce un buono scritto perché il lettore non accetta né l’una né l’altra richiesta

Il lettore imboccato dunque sarebbe un lettore più felice e disponibile?
Citazione :
e passa a leggere qualcosa che lo spinga sì al ragionamento, ma partendo da una maggiore complessità di concetti , ben strutturati, e da domande interessanti che lo facciano riflettere
. Trovo che questo concetto sia un po’ forzato e “assolutista”. Se come lettore chiedo al testo di farmi ragionare, magari ho tra le mani un trattato filosofico o politico. Da un poliziesco – mettiamo Camilleri/Montalbano per rimanere tra amici - non pretendo ragionamenti filosofici, ringrazio l’autore quando segue la logica e non mi nasconde gli elementi, ossia quando è sincero, e mi godo le atmosfere, gli avvenimenti, la caratterizzazione dei personaggi e i dialoghi. Questa è letteratura d’evasione, di puro piacere e almeno io non la classifico un gradino più in basso dell’altra.
Citazione :
Anche l’informazione gioca un ruolo importante nella narrativa, leggendo imparo tante cose che non sapevo grazie al fatto che l’autore si è preso l’impegno di ricercarle per poi offrirmele
. Vero: essere approssimativi è segno di mancanza d’amore per la propria materia, e di mancanza di rispetto per gli altri, sono d’accordo.
Citazione :
Dico questo perché spesso nei racconti di non professionisti riscontro poca chiarezza, o perché sono stati scritti in poco tempo e non riguardati criticamente o perché l’atteggiamento è quello di cui parlavo prima, lasciamo delle parti non chiare così il lettore si lambiccherà il cervello per capire cosa veramente volevo dire. Oppure perché ci si accontenta del prodotto finale comunque piacevole e scorrevole. Ed è qui che mi sembra che le nostre posizioni divergano, per voi un raccontino esprime comunque la vostra personalità, per me o possiede gli elementi giusti o va nel dimenticatoio e allora che cosa mi ha dato?.

Interessanti queste osservazioni. Però ho ancora un’obiezione... Vediamo se riesco a spiegarmi.
Prima scrivevo dicendo sempre troppo. Ne derivavano racconti in cui tutto era esplicitato e ci si annoiava a leggerli (e io a scriverli).
Poi, col tempo e la pratica, ho imparato che bisogna dare fiducia al lettore, che certi vuoti che si lasciano sono “riempibili” anche da lui in estrema libertà, senza che per questo vada a intaccare la sostanza del racconto. Mi dirai: “Nel tuo, il prete si palesa pedofilo alla fine senza nessun tipo di indizio o spiegazione”. In realtà la faccenda voleva essere un po’ più complessa e mi dispiace di essere riuscita parzialmente a raggiungere il mio obiettivo. Ti spiego: volevo che nel racconto si istaurasse una specularità tra le regole del gioco da bari e la vita del piccolo baro, che sembra un angelo e non lo è, che provoca…
Ho inserito per questo motivo alcuni indizi nel corso del racconto (vedi per es. il riferimento al fiato del prete. Permettetemi di citarmi addosso: “il gioco in sé è affascinante (…). Mi ricorda la sensazione che provo quando vado in chiesa per la confessione domenicale, i pesanti panneggi viola, la grata del confessionale, la voce roca di Don Salvo, che intravedo appena, e l’odore del suo fiato.
Mi procura un senso di mistero e attrazione", ma, come dici tu, Dot, se devo spiegare cosa volevo dire ho già fallito in partenza.
Inoltre, in un altro commento mi fai notare che alla frase “Mio padre è un grande uomo” non segue alcun tipo di spiegazione sul perchè lo sia.
Rispondo.
n.1: Il padre per un ragazzino di quell’età è (forse ora un po’ meno, ma allora credo proprio di sì) un esempio e un punto di riferimento.
n.2 Il padre gli ha insegnato il gioco grazie a cui lui e suo fratello possono sperare di arricchirsi e scampare al loro destino di conciatori.
n.3 Il padre è avventuroso: viaggia, ruba le carte e le riporta in Italia, è una specie di scopritore-fuorilegge, molto affascinante.
n. 4 Il padre è maschio.
n. 5: Narrativamente non ha alcuna importanza il motivo per cui il figlio consideri il padre un grand’uomo tanto da dover spendere frasi per spiegarlo e allungare inutilmente il brodo. Carver diceva “Se può andar bene senza, vuol dire che è di troppo!” Perché non toglierla del tutto, allora? Perché sempre narrativamente, quella notazione ha un grande valore: mi permette infatti di arrivare la finale in modo fluido: “È un grande uomo, mio padre. E grazie a lui imparo cos’è la vita.
E cosa sono io stesso, che amo questo gioco e l’azzardo, io che sembro un angelo dipinto”.
Non ho scritto a caso “gioco e azzardo” come se fossero due cose distinte. Qui lo sono sul serio! E la seconda si riferisce a ciò che si sta per raccontare, non a ciò che già è stato detto.
Citazione :
Per me la narrativa ha una certa sacralità, come le arti visive, e considero ambedue un dono che autori e artisti fanno e che costa loro un grande impegno.
E’ bellissima questa frase. E la concezione che tu hai della letteratura. Ma io continuo a prenderla con le molle… La sperimentazione porta avanti, la sacralità cristallizza forme e (forse) contenuti. D’altro canto si trattava di un esercizio e lo scopo è proprio quello che sta venendo fuori adesso. Dibattito e crescita.
Citazione :
commento i racconti uno per uno se volete, per offrire suggerimenti su quali elementi andrebbero ampliati e approfonditi e quali, al contrario, eliminati. Cosa che posso fare anche scrivendo in privato a ognuno di voi eventualmente, ogni volta che ho un po' di tempo.
Grazie, mi piacerebbe però che il setaccio fosse pubblico. Avrebbe più valore e utilità, non credi?
Citazione :
Spero che si capisca che sono incentrate sui testi in questione e mai estese alle persone, per le quali provo simpatia e affetto da molti anni.
Si capisce! E le risposte lo sono altrettanto!

Un fiore per te! flower
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeVen Giu 05, 2009 1:24 am

Due cose, in velocità:

La prima: anche Daniela ha postato il suo racconto. Vi consiglio di leggerlo, perché merita.
E Stramma ha postato il contributo di un non-dolphiniano alien che ci teneva tanto a unirsi a noi. Leggetevi anche quello, è veramente scritto bene.

La seconda: mi inserisco nell'analisi del racconto di Stramma fatta da Dot, per dire che a me quel "Salvati!" è risultato chiarissimo, dato che l'esortazione veniva proferita subito dopo la confessione; e un "salvati!" detto da un don Salvo mi pare prima di tutto un bell'esempio di ironia, e poi un ottimo esempio di efficacia. Infatti, se il pretonzolo avesse detto: "Figliolo, la tua anima è gravemente in pericolo. Quanto mi hai rivelato nel confessionale attirerà su di te l'ira divina e la tua anima di questo passo sarà condannata ad abbruciare nello sacro foco dello terribilissimo inferno. Ma puoi salvarti dai sempiterni tormenti assoggettandoti alla penitenza corporale che ora ti andrò a illustrare ecc. ecc." si sarebbe perso completamente il guizzo finale che imprime al racconto il suo marchio di lavoro ben condotto e altrettanto ben concluso.

flower
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeVen Giu 05, 2009 12:19 pm

Cara Strammy-girl,
rispondo alle obiezioni ai miei commenti e pazienza se anziché un fiore mi risponderai tirandomi un vaso da notte in testa, ormai siamo in ballo, e in tutti i modi mi sembra che fare l’avvocato del diavolo abbia stimolato il dibattito…e il dolphin procede ed è vivo e vibrante!
.

Il caso di Mario e dei calzini in testa. Il motivo per il quale devo dare la spiegazione del suo gesto è perché è proprio la spiegazione la parte interessante, non l’azione in sé. Siamo tutti in cerca di spiegazioni convincenti per le azioni umane, se ci pervengono attraverso un personaggio o un altro non ha nessuna importanza, i personaggi in effetti sono i mezzi attraverso il quale il narratore ci dà la cosa più interessante e cioè le sue riflessioni. Se descrivo Mario che si mette i calzini in testa, cosa fuori dalla prassi comune, e basta, che cosa ne ottiene il lettore se non una dei miliardi di immagini che restano in superficie?

Il “narratore onnisciente”: e “l’imboccatura”. Quello che tu vedi come imboccatura io vedo come offerta, frutto di lavoro. Nel caso, per esempio, dei personaggi – silouhette , senza caratteristiche fisiche o caratteriali, giustificati da molti col fatto che così il lettore può immaginarli a suo piacimento, un mio amico una volta disse , “allora tanto vale che se lo scriva il lettore il libro”. Per immaginare il lettore ha bisogno di elementi che facciano appello, nella sua mente, ai cinque sensi, altrimenti pur provandoci il personaggio rimane vago, e rimanendo vago, difficilmente il lettore può o immedesimarsi in lui o ritrovarvi i tratti di persone che conosce. Se nvece lo fa si mette in relazione col personaggio e con lo scrittore dietro di lui, e si instaura una muta e avvincente dialettica scrittore-lettore.
Tu, quando leggi un racconto stupendo, ti senti imboccata?


Di Camilleri dici:


“e mi godo le atmosfere, gli avvenimenti, la caratterizzazione dei personaggi e i dialoghi”


Esatto! Le atmosfere ( prodotto della descrizione) gli avvenimenti ( concatenati da una logica precisa, privi di incongruenze e dettagliati la caratterizzazione dei personaggi ( come vedi lo dici anche tu) i dialoghi ( ben fatti)

“Questa è letteratura d’evasione, di puro piacere e almeno io non la classifico un gradino più in basso dell’altra.”

Sono dei buoni prodotti. Anche Topolino è un buon prodotto, ne ho letti a decine. E perfino i fotoromanzi, nel loro genere, sono carini. Però i gradini io li metto eccome e sistemo tutto al piano dove devono stare.

Poi dici:

“Ti spiego: volevo che nel racconto si istaurasse una specularità tra le regole del gioco da bari e la vita del piccolo baro, che sembra un angelo e non lo è, che provoca…”

Per me non ci sono sufficienti elementi per far trasparire questo parallelismo.

.
“ Narrativamente non ha alcuna importanza il motivo per cui il figlio consideri il padre un grand’uomo tanto da dover spendere frasi per spiegarlo e allungare inutilmente il brodo.”


Come dicevo prima, secondo me narrativamente sarebbe la cosa più significativa.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


Adesso passo al setaccio il tuo racconto.


Il gioco ce l’ha insegnato nostro padre.
Lui l’ha imparato in Spagna, dove si reca quattro volte l’anno. Lì, una notte, l’ha scoperto, giocato e amato; poi una volta tornato, dopo aver rubato un mazzo di carte, l’ha spiegato a noi.
Queste carte sono decisamente meno belle delle nostre, ma il gioco in sé è affascinante. Soprattutto le sue regole e quel senso di mistero che lo avvolge.

[Mi ricorda la sensazione che provo quando vado in chiesa per la confessione domenicale, i pesanti panneggi viola, la grata del confessionale, la voce roca di Don Salvo, che intravedo appena, e l’odore del suo fiato.]

Le carte da gioco ricordano al protagonista la confessione e i pesanti panneggi viola: perché? Non si sa, glielo ricordano e basta , ma non è una cosa che soddisfa me lettore



Mi procura un senso di mistero e attrazione.
Anche mio fratello ne è vittima, ansioso com’è di apprendere tutti i trucchi. Soprattutto perché, anche se il babbo non ha voluto spiegarci come, in questo gioco si può puntare – e vincere – molto denaro.
Mio fratello pensa addirittura che potremmo arricchirci tanto da non essere costretti a diventare conciatori, come lui. Per questo ci alleniamo ogni pomeriggio.
Il gioco si chiama Mallitta, che in spagnolo vuol dire valigia: il nome gliel’ha dato il babbo, perché è stato lì che ha nascosto le carte, in fuga da Cadice. Ma da noi una mallitta è una maledetta. Mallitta la carta che non esce.
E allora perdi…
Tra le carte, dagli strani simboli che non avevo mai visto prima, ci sono quattro mallitte: sono gli assi. I simboli sono i cuori, i fiori, i quadri e le picche.

Se le carte sono diverse come mai ci sono gli assi? Forse volevi dire “corrispondono a”


[Sebbene abbia una certa predilezione per i cuori, ho imparato che ogni seme ha la medesima importanza, e soprattutto che si vince senza discussione con quattro mallitte in mano. Ci sono poi soluzioni intermedie, che non ti assicurano la vittoria, ma ti permettono di sperarci, soprattutto se il tuo avversario ha una mano sfortunata: succede quando hai in mano carte dello stesso seme oppure due o tre assi. Spesso puoi salvarti perfino con un asso soltanto.]


Più che spiegare il gioco accenni ad esso, ma usando lo stesso numero di parole che servirebbero per spiegarlo e dare del materiale interessante al lettore



È un brivido, questo gioco.
Come il dire e non dire. Il rischio. E il gusto del proibito.
[Per vincere ci vuole coraggio, sangue freddo.
E saper riconoscere chi bara.]

E’ ovvio!


È stata la seconda lezione di nostro padre. Una lezione di vita. E io non me la scordo.
Il nostro allenamento quotidiano prevede una partita di tipo neutro e una col baro.
Il primo tipo, che ripetiamo due volte, a inizio e fine esercizio, serve come riscaldamento e divertimento puro, il secondo è la vera palestra.
Il babbo stabilisce chi sarà a barare e lo supporta nel gioco, facendogli segni con le dita o gli occhi, mentre esamina le carte dell’altro; quell’altro intanto ha il compito di osservare le mosse dell’avversario, senza darlo a vedere: ogni trasalimento, ogni movimento nervoso o ripetitivo è un segnale che un giorno tornerà utile aver osservato.
Ma l’esercizio non finisce qui: l’allenamento prevede che il non-baro ostenti contemporaneamente sicurezza e ingenuità, e che sappia nascondere, grazie a queste dissimulazioni, le sue vere intenzioni.
E la faccia! La faccia dev’essere pulita, aperta.
Occhi negli occhi, se occorre può gettare uno sguardo titubante; evitare che traspaia ogni emozione e sembrare perfino stupidi sono atteggiamenti da perseguire con rigore. E indossare abiti dalle maniche larghe, per nascondere, sottrarre e scambiare, al momento opportuno.
[“La tua mano destra non sappia cosa fa la sinistra!” – cita mio padre e scoppia a ridere a bocca larga.
È un grande uomo, mio padre. E grazie a lui imparo cos’è la vita.]


Qua vengo al punto principale della mia dissertazione. Dopo una frase abbastanza comune, quella sulle mani destra e sinistra, il narratore fa dire al personaggio che suo padre è un grande uomo. Ora, gli elementi interessanti in una narrativa sono: o sapere cosa fa un uomo grande, oppure, mettendosi nei panni del figlio, sapere perché considera grande il padre. C’è un padre che istiga il figlio ad imbrogliare e nessuna spiegazione che faccia da link tra il fatto che è un onesto conciatore ma che i valori morali che tramanda al figlio sono bassi.
Nella spiegazione che dai dici che il figlio considera il padre un grande uomo perché è avventuroso. Di nuovo, ti dico che questo elemento deve essere interno alla storia e non a lato.


E cosa sono io stesso, che amo questo gioco e l’azzardo, io che sembro un angelo dipinto.

Perché sembra un angelo dipinto? Zero delucidazioni, dobbiamo accettare il fatto nella sua vaghezza.

Ho raccontato a Don Salvo, in confessione, di questa mia debolezza.

[È successa una cosa strana: invece delle solite preghiere, mi ha ordinato di raggiungerlo in sagrestia. Mi ha spinto contro il muro, sotto al crocifisso ligneo, e mi è venuto contro.
Ho pensato che stavolta la punizione sarebbe stata corporale.
Ero pronto. Faccia ingenua, sguardo diretto, solo un po’ titubante.
Poi lui si è alzato la tonaca: c’era una piccola mallitta nascosta là sotto. Mi ha detto: “Salvati!”.
E io l’ho presa in mano…]

Un prete senza volto, senza età, e che perciò rappresenta i preti in generale, si rivela perverso, di nuovo senza un perché.

Qual è la morale di questo acconto, se ce n’è una? Che i preti sono perversi? Che se sei povero l’importante è la furbizia? Non credo, credo che tu non abbia voluto dare una morale specifica ma solo narrare degli eventi, ma è proprio così che è più facile scivolare nei luoghi comuni di cui ha parlato melitta. Alla quale rispondo che secondo me è vero il contrario di quanto afferma, cioè che è proprio approfondendo che si superano, mentre restando vaghi è più facile cascarci dentro.

A me i vasi da notte in testa! affraid
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeVen Giu 05, 2009 3:08 pm

Smile Non vedo vasi da notte in arrivo Laughing Laughing Laughing

Interessantissime queste considerazioni (anche se in linea di massima non ne condivido neanche una. Ma è chiaro che ciascuno ha il diritto di leggere e interpretare un testo secondo i suoi gusti e le sue aspettative Smile )

In attesa che altri intervengano nella discussione, replico solo alle due osservazioni di Dotty che più mi hanno colpito:

1) Il ragazzo sostiene di avere un viso simile a un angelo dipinto. Dot chiede: perché? Rispondo io: non c'è proprio bisogno di spiegare niente, dato che TUTTI gli angeli sono stati dipinti con lineamenti delicati e fattezze quasi femminee (viste anche le ben note diatribe sul loro sesso, un po' di ambiguità i pittori dovevano mettercela). A me è chiarissimo che il ragazzo non ha il muso rincagnato, i denti grossi, il naso che gli piscia in bocca e gli occhi che vanno ciascuno per il suo verso. E' un bel ragazzino e tanto mi basta.

2) Mio padre è un grande uomo (dice il ragazzo). Dot chiede: perché è grande? Rispondo io: il ragazzo lo vede Grande perché lo ama! Non c'è bisogno di altre spiegazioni. Lo ama e basta.

Sui luoghi comuni secondo me sarebbe bene aprire un thread apposito. Se trovo un po' di tempo, magari comincio io.

baci baci e fiori per tutti
flower flower flower
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeVen Giu 05, 2009 3:44 pm

Qualche tempo fa un gruppo di appassionati e nostalgici sognatori decise di organizzare un evento che in qualche modo li spronasse e giustificasse il loro desiderio di stare insieme.
Dopo accese e vibranti discussioni scelsero di organizzare, con gli scarsi mezzi a disposizione, una “corsa delle ranocchie” che permettesse a tutti di partecipare e divertirsi.
Come luogo d’incontro fu fissato l’Hotel Delfino a Riccione, economica e pratica struttura con solo due stelle ma ben fornita nelle vicinanze di ristoranti e piadinerie.
Fissata la data non rimaneva che aspettare ansiosamente, magari allenando la propria ranocchia nel goliardico tentativo di farle fare qualche eccitante acrobazia.

Il giorno della gara i contendenti si presentarono al nastro di partenza con la loro piccola ranocchietta ben celata in una scatola e, immaginate lo stupore, trovarono ad aspettarli al via Fernando Botero! Si proprio quel Botero, pittore e scultore di fama mondiale che per l’occasione aveva creato una bellissima scultura raffigurante una rana! Ovviamente come nel suo stile inconfondibile la rana era piuttosto obesa ma comunque davvero bellissima.

Sopiti lo stupore e l’eccitazione il gruppo di amici scoprì che una di loro, per sua stessa ammissione palesemente imbevuta di classici, aveva pensato di valutare i salti delle loro ranocchiette confrontandole con una rana di ben altro spessore artistico.

Se ne discusse molto, in effetti la rana di Botero era meravigliosa e le ranocchiette al confronto sembravano davvero una piccola cosa.

Beh, l’importante è partecipare no? Che la gara inizi…

La sera, tra una piadina ed un lambrusco, o forse più di uno, gli amici sghignazzavano tra di loro dandosi di gomito. Botero non c’era a quel tavolo, pare che la sua meravigliosa rana di bronzo non fosse riuscita a spostarsi nemmeno di un centimetro mentre le altre ranocchiette saltellavano allegre per tutto il lungomare…

Smile
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 4 Icon_minitimeVen Giu 05, 2009 4:36 pm

bounce bounce bounce la ranocchietta melitta saltella felice avanti e indrè sul lungomare bounce bounce bounce

Carinissimo l'apologo del Lupone nostro benedetto! Lone, tu neanche ti immagini come mi renda felice scoprire che ti è tornata la voglia di scrivere! cheers cheers cheers

Approfitto del fatto che l'operaio ancora non ha finto di pitturarmi gli infissi per aggiungere qualcos'altro.
Questa volta sulla presunta mancanza di giudizio morale del racconto di Stramma, che Dot lamenta.

Se Stramma avesse sottotitolato il suo racconto "La commedia degli inganni", la morale sarebbe stata chiara fin da subito. Non lo ha fatto per non toglierci il gusto di scoprirla da noi.
La morale è : Ocio! Nulla è ciò che appare. Al gioco della vita, sono più i bari che i giocatori onesti.
Il padre è, agli occhi dei figli, un bravo padre e un gronde uomo! Ocio! In realtà in lui si cela l'animo del briccone.
Il figlio pare un angelo dipinto? Ocio! Crescendo, finirà quasi di sicuro alla Cajenna.
Don Salvo sembra un servitore di Cristo? Ocio! Approfitta della sua veste talare per traviare i fanciulli!

Oh, a me la morale è sembrata chiarissima fin dalla prima lettura. Al gioco dei bari, barano tutti. Ocio!

wink wink wink
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