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Mi accade spesso di sognare l’Albergo del Delfino.
 
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 Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!

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daniela

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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeVen Giu 05, 2009 5:04 pm

Scusate mi ero persa in un mare di commenti/controcommenti...
Posso fare anche io la corsa delle ranocchie?

-per Stramma: il tuo brano secondo me, è bello così com'è. Forse perchè penso che vada lasciato spazio al lettore di immaginare piuttosto che "vedere" il tutto con gli occhi dell'autore.
(credo di essere tra le poche persone che ha saltato capitoli interi di descrizioni su come si costruiscono le chiese -I pilastri della terra-, e si è bevuta libri molto piu' intimi dove la parte psicologica è preponderante.

Se parli di un libro giallo/noir/horror, è chiaro che mi fornisci qualche indizio in piu', ma nemmeno tantissimi.
Che gusto c'è a scoprire l'assassino al secondo capitolo?

Ovvio, gusti del tutto personali.

Tra parentesi, ognuno sarà libero di scrivere come preferisce o come gli viene in quel momento, come dice Melitta.
Si puo' essere ironici o descrittivi, polemici o sintetici, moralisti o boia.
Dipende.

Tornando al brano di Stramma, l'ho riletto quattro volte, cercando di capire cosa sfuggisse a Dott, e giuro (incapacità mia sicuramente) non ho capito.
Le frasi necessariamente brevi, sono flah di vita e sentimenti molto chiari, e i sottintesi ironici e brillanti senza scadere nel volgare.

Credo che ogni critica sia costruttiva, ci mancherebbe, ma credo che a volte la rana di Botero rimane a fare il palo perchè è troppo grossa e troppo tristemente uguale a se stessa.

Detto questo, cara Dott, ricordo tempo fa di aver letto una tua favolta (te la ricordi ancora?) e non mi sembra che nel tuo scritto tu fossi stata così chiara e descrittiva, anzi. E non credo proprio che, nel momento che l'hai scritta, l'hai paragonata ad Andersen.

Potresti fare una cosa se ti va, oltre ad aprire treadh sicuramente provocatori Laughing , facci leggere qualcosa di tuo, magari riusciamo a capire cosa intendi, e magari riesco anche a darti ragione.


Abbracci sparsi
flower D
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeVen Giu 05, 2009 5:24 pm

Ciao a tutti! Che bella che è diventata questa discussione!!!
Volevo precisare due cosette:
n. 1, dalle mie mani non voleranno mai vasi di fiori... nè da notte! flower (pis&lov)
n. 2, ma quando mai qualcuno avrebbe letto 4 volte questo racconto se non avessimo organizzato questo giochino... Mi sento quasi onorata, daniela!


Purtroppo devo rimandare a domani la mia replica. Sono in ufficio, sorvegliata a vista... (e triiiiiste!!!)

A domani Crying or Very sad
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeSab Giu 06, 2009 11:54 am

Ciao ragazzi.
Innanzitutto rispondo a Dot. Ma prima ho bisogno di un suo impercettibile segno di assenso rispetto al problema di rispettare il limitato numero di battute a nostra disposizione, cosa che inevitabilmente ha condizionato i nostri racconti. Se non ci troviamo d’accordo neanche su quello, allora… confused
ai, io dico che sei d’accordo e procedo.
1) Mario coi calzini in testa. Dici che, se non la motivo, resta un’immagine tra molte. Poco più sotto scrivi che, Per immaginare, il lettore ha bisogno di elementi che facciano appello, nella sua mente, ai cinque sensi. Non ti pare una contraddizione? Come vorresti stimolarli i sensi se non attraverso immagini e parole?
2) Poco sotto dici che i personaggi in effetti sono i mezzi attraverso il quale il narratore ci dà la cosa più interessante e cioè le sue riflessioni. Non mi sento di accettare questo assunto in toto. Esistono tecniche diverse affinchè il narratore possa esprimere le proprie riflessioni. Certo, usare la bocca di un personaggio è una di queste. Non la sola però! Ad esempio, il narratore stesso può entrare dentro la storia e spiegare, fare filosofia. Oppure il suo pensiero può scaturire dai fatti narrati. In un lungo racconto di Maupassant intitolato “La piccola Roque”, un tipo attraversa un bosco di proprietà del sindaco e vi scopre il corpo di una bambina evidentemente morta dopo essere stata seviziata. Si scoprirà sul finale che a ucciderla è stato il sindaco. Se non ricordo male, ma lasciami il beneficio del dubbio, non interviene nessuna voce narrante a dirci “Che schifo!”, ma il giudizio morale dell’autore è chiaro. E nasce nient’altro che dagli avvenimenti e dai dialoghi tra i personaggi (neanche tanti dialoghi, se non ricordo male).
3) E qui arrivo al punto finale del tuo discorso. La morale, se ce n’è una, nel mio racconto. Non parlerei di morale (che mi ricorda le favole e qui non ci trovo nessi con le favole), ma di tensione e intenzione. Come ha scritto Melitta i miei erano una serie di “OCIO”. Forse ne manca uno alla sua lista: Ocio, che il giovane sembra vittima del prete e invece non lo è, così come non è il gabbato al gioco, ma il vero baro. Mi pare che agli altri questa ambiguità del personaggio sia arrivata. Parli di luoghi comuni, ma tu proponi di esplicitare una condanna alla pedofilia fin troppo ovvia. Sei sicura di non confondere –rti)?
4) Concordo con chi ha fatto notare che il tuo metro di giudizio è sproporzionato rispetto all’esperimento, ma apprezzo tutti gli elementi messi in campo. Solo che mi pare che sia bene fissare due o tre concetti e chiedo a voi tutti se siete d’accordo:
5) Punto primo – anche se è il quarto! – c’è differenza tra un racconto che fa la morale, uno che ha una morale e uno che spinge a trarre una morale.
6) Punto secondo… Se non si comprende che non esiste il lettore tipo e tanto meno il lettore perfetto, non si arriva da nessuna parte. Ci sono tanti lettori e tante letterature e trovo ingenuo e un tantino presuntuoso (scusa ma dovevo!) che qualcuno si arroghi il compito di mettere i gradini e sistemare tutto dove deve stare! “Dove deve” secondo chi? Nella logica (morale) di chi? Riscontro lo stesso atteggiamento quando mi chiedi se leggendo un racconto stupendo (l’aggettivo implica un giudizio non necessariamente condiviso e/o condivisibile) mi sento imboccata. Ti rispondo: mettiamo il caso che lo reputi stupendo. Probabilmente lo è perché l’autore ha saputo dosare una serie di elementi e quindi non sono imboccata ma accompagnata (non guidata);però, nel migliore dei casi, quello che per me potrebbe essere il giusto mix di elementi descrittivi, dialogo e azione, per te potrebbe essere uno sbilanciamento o una mancanza di informazioni per te lettore. Tutto ruota intorno al punto in cui per me si situa lo “stupendo”!!!
7) Descrizioni precise e avvenimenti logici, concatenati e dettagliati… Giusto. In un romanzo me lo aspetto, in un racconto lungo li vorrei. Qui mi pare perfino fuori luogo ribadire il concetto dei limiti spazio-temporali che avevamo. (Lone the best!). Anche la tua frase “Per me non ci sono sufficienti elementi per far trasparire questo parallelismo” la dice lunga… Dici sufficienti. Dico sì. Vero!
Cool Per quanto riguarda più in dettaglio il mio racconto, premetto che non lo voglio difendere a spada tratta. Però non scrivo “tanto per”. Per me è un’attività vitale, dentro ci butto molto di me e delle mie idee, perciò quelle le voglio condividere con voi e -in parte- difendere. Dot, tu asserisci che sono ovvie le tre righe in cui faccio dire al personaggio che bisogna stare attenti per capire chi bara al tavolo (e nella vita). Io dico che non è ovvio per niente, e che quelle tre righe non sono affatto superflue. Vedi il racconto (I Bari) Da un amico… Parliamo di alta letteratura o no, lì? Parliamo di un grande o no? Inoltre se fosse un elemento così ovvio, l’avremmo letto anche negli altri racconti. Invece, no, non c’è, il fulcro è spostato su altri elementi e l’attività mentale del baro non è stata affatto sfiorata dagli altri dolphiniani. Tu (voi) come lo leggi questo dato?
9) “Le carte da gioco ricordano al protagonista la confessione e i pesanti panneggi viola: perché? Non si sa, glielo ricordano e basta , ma non è una cosa che soddisfa me lettore”. Qui hai letto male: non sono le carte da gioco che innescano il paralleleismo, ma il gioco stesso, soprattutto le sue regole e quel senso di mistero che lo avvolge. Questo gli ricorda la sensazione che prova quando va in chiesa per la confessione domenicale, i pesanti panneggi viola, la grata del confessionale, la voce roca di Don Salvo, che intravede appena, e l’odore del suo fiato. Dunque gioco= sensazione. E tutt’e due = azzardo (ma per arrivare qui si deve ricorrere alla propria logica personale. Il lettore pigro la mette in moto di rado.)
10) Dici che la frase sulla mano destra e sinistra è piuttosto comune. Però perdi un dato: la provenienza biblica della citazione. Questo elemento arricchisce la figura del padre, in modo indiretto sì, ma efficace, secondo me. Nelle varie correzioni e aggiustamenti del racconto, l’ho cancellata e riscritta tre volte. Alla fine ero convinta. Voi che ne dite, è superflua?
11) Dot, dici che dovrei spiegare perché agli occhi del figlio il padre è grande e contesti le mie spiegazioni in merito. Sostieni che il suo essere avventuroso dovrebbe essere centrale e non a lato del racconto. Ora, fermo restando che lo spazio per le digressioni non lo avevo e che, se avessi voluto raccontare questa storia, il racconto sarebbe diventato un altro racconto (almeno questa libertà devi lasciargliela agli autori, santo cielo!), mi pare che dire che un uomo viaggia per lavoro in Spagna dove si reca quattro volte l’anno, che lì ha imparato un gioco con le carte di cui si è innamorato, che ha rubato un mazzo di carte nascondendole (va a sapere perché? E va a sapere perché quest’incongruenza legittima non me l’hai fatta notare!?!) in una valigia, per portarle ai figli, tutto in uno spazio di 4000 battute e in un racconto in cui il padre non è il protagonista, beh, a me pare che non sia per niente A LATO!
12) La fisicità dei personaggi. Non capisco perché provi disagio e insoddisfazione se l’autore ritiene di non soffermarsi sulle descrizioni fisiche o ripercorrere la storia del personaggio fino alla settima generazione di avoli… In alcuni romanzi, di grandi autori, non ricordo di avere avuto queste informazioni, ma questo non mi ha impedito di amare storia e personaggi. Mi viene in mente La coscienza di Zeno… non mi ricordo che mi si dicesse che Zeno Cosini era alto o basso o così o colà. Mi ricordo la scena dello schiaffo che gli dà il padre. Mi ricordo che mi fece ridere! Se la descrizione è funzionale alla storia allora sì, ti do ragione. Per es. nell’Uomo duplicato di Saramago il protagonista si descrive. Non dice sono così e cosà, dice che l’attore che vedeva sullo schermo era identico a lui, quattro anni prima, portava i capelli e i baffi come li aveva portati lui ecc. Questo dà l’avvio alla storia e al loop di pensieri in cui il protagonista entra. Nel mio caso, descrivere il prete, dire che era giovane segaligno e vittima di un padre violento avrebbe aggiunto o tolto qualcosa al personaggio? No, non mi pare. Però di sicuro avrebbe ritardato il finale e fallito l’effetto straniante e provocatorio del racconto. (stesso discorso per “l’angelo dipinto”).
13) C’è però una cosa sulla quale concordo davvero: dici che uso tante parole per descrivere in modo vago il gioco e che avrei potuto usarne altrettante per essere più precisa. Questa critica mi sembra pertinente, azzeccata, anzi fin troppo leggera.
14) Mi chiedo perché nessuno abbia notato che baro con gli assi! (no, Dot, se le carte sono diverse dalle nostre, non vuol dire che non possano esserci gli assi. Nelle carte da ramino ci sono degli assi. Non volevo dire “corrispondono a”, ma proprio quello che ho detto: “ci sono”). L’aver “barato” consiste nel fatto che nella scena finale abbiamo pensato tutti all’asso di bastoni delle carte napoletane piuttosto che all’asso di picche o di cuori. Ho fatto leva sul nostro immaginario comune. Ma questo è un po’ disonesto, un po’ da furbi. E trovo strano che tu, che sei stata così attenta a trovare difetti, non l’abbia notato.
Vi ringrazio per l’attenzione che avete dedicato a questo commento. Mi piace molto la piega che sta prendendo il gioco. Continuiamo!
Buon we a tutti! E ancora flower flower
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeSab Giu 06, 2009 11:18 pm

Ocio, Strammy! Nel tuo intervento hai messo in discussione proprio gli elementi che io ho giudicato "forti" nel tuo racconto.

1) La vaghezza (confusionarietà) delle regole del gioco: Il fascino della tua arruffata descrizione sta proprio nel fatto di essere arruffata. Se tu avessi raccontato per filo e per segno tutti i passaggi, il tuo racconto sarebbe diventato per metà simile alla cartina di istruzioni della scala quaranta. Ergo, sul piano dell'invenzione narrativa, zero.

2) Secondo te la mallitta sarebbe dovuta essere un asso di bastoni, perché TUTTI NOI a quello abbiamo pensato. Tutti noi? Io no di sicuro. Per me la mallitta era "la carta che non esce", e anche se tu avessi fatto giocare i tuoi protagonisti con le carte del monopoli o con le figurine dei calciatori Panini, per me il risultato (comico!) sarebbe stato identico: alla fine la "piccola" Laughing mallitta esce dalla tonaca del prete... e lui la prende in mano. Stop. Finale perfetto, senza tante elucubrazione sulla carta che "doveva" essere... perché tanto non di carta si tratta, ma di ben altro jocolor .

E qui si impone da parte mia un doveroso elogio della vaghezza.


ELOGIO DELLA VAGHEZZA

"E' acerba" disse la volpe, uscendo dalla vigna.
Esopo non ci descrive la volpe, non sapremo mai se è spelacchiata, robusta, se è maschio, femmina, se ha figliato, se è scampata a una trappola o se ha tutti i denti sani. Né ci descrive la vigna, che può essere stenta, rigogliosa, verde, ubertosa o scanchenica. Non ci dice niente, tantomeno ci mette in guardia dall'invidia. Non ci dice niente EPPURE CI DICE TUTTO. (E la morale ce la ricaviamo da noi.)

E Salomé? Sappiamo forse com'era Salomé? Non sappiamo un beneamato fischio, di Salomé. Sappiamo solo che per mettere a segno il meglio riuscito atto di seduzione che la storia ricordi, e che costò al Battista l'integrità del collo, indossò sette veli e danzò. Danzò la rumba? La mazurka? E di che colore erano i suoi sette veli? Non lo sappiamo. E qui sta il bello. Proprio perché la lezione emerge chiarissima: non si seduce mostrando tutto, ma lasciando spazio alla fantasia, all'immaginazione, al desiderio...
Salomé si mostra e al tempo stesso si nasconde. E vince.

E l'unicorno? Le sirene? L'araba fenice? Sappiamo forse com'erano? Abbiamo le foto? Abbiamo i reperti fossili? Non abbiamo nient de nient. Eppure ancora ci fanno sognare.

E Paolo e Francesca? Dante ci dice forse di cosa parlavano, come erano fatti, se lui era alto e biondo o invece era lei a essere alta e bionda, e com'erano vestiti, e quanti anni avevano?
"La bocca le baciò tutto tremante" ci dice Dante: e tanto basta a incantare generazioni di uomini, ignoranti e colti, ricchi e pezzenti, tutti a bocca aperta perché Dante ci dà le ali per volare.


Figlioli cari, voi fate come volete, siate minuziosi laddove vi andrà di essere precisi, indagatori laddove vi andrà di mostrare la vostra capacità di approfondire e spiegare tutto così bene da non lasciare alcuno spiraglio praticabile alla fantasia del lettore; la scrittura è libertà, W la libertà. Io, che da almeno vent'anni (ma forse da sempre) sono attratta non da ciò che è chiaro ma da quanto più è oscuro e segreto, continuerò sino all'ultimo dei miei battiti di dita su tastiera a rincorrere la vaghezza, il mistero, il non-detto.

baci baci e fiori fiori
Melitta
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeLun Giu 08, 2009 12:44 pm

Ciao a tutti. Mamma mia quanta carne al fuoco! Questa discussione mi ricorda quella sull’arte, che sembrava non finire mai, ma poi si è conclusa, perciò suppongo che anche da parte mia non starò a scrivere lunghi interventi ab eternum. Beh, me la sono cercata, e visto il fervore di noi partecipanti, andiamo avanti!

Primo punto: la lunghezza obbligata dei racconti come fattore di limitazione. Beh, viste le condizioni uno fa una scelta: riuscirò nel rispetto delle stesse a produrre qualcosa di valido? Sì, allora lo faccio. No, allora non lo faccio. Tutto qua.

2) Mario, le immagini e i cinque sensi. Se mi limito alla frase: “Mario si mette i calzini in testa” l’immagine ha poca presa, se do una fisionomia a Mario, all’ambiente in cui si trova e fornisco le motivazioni del suo gesto, razionali o meno, l’immagine iniziale acquista spessore. Per aggiungere quegli elementi dovrò appellarmi ai cinque sensi ( magari i calzini erano anche puzzolenti perché lui indossava scarpe da ginnastica, eheh)

3) I personaggi, o meglio la scelta degli stessi, sono i mezzi attraverso il quale il narratore ci dona le sue riflessioni, il suo punto di vista. Non mi sono espressa abbastanza chiaramente. Non intendevo dire che ciò avviene soltanto attraverso le parole dette o pensate dai personaggi. Avviene soprattutto a monte, con la scelta dei personaggi e il concatenarsi degli eventi secondo una logica, una trama, che al di là dell’esposizione dei fatti contiene un altro livello, parallelo, di filo conduttore, e che è quello più ricco di significato.
A questo proposito mi sento di affermare che in una narrativa c’è sempre una morale, che non significa quella delle favole, ma piuttosto un trarre delle conclusioni, velate, palesi, tra le righe, spiattellate. Un autore può scrivere un intero romanzo senza rivelare niente su sé stesso eppure alla fine il lettore può pensare: “ma guarda un po’ questo scrittore, è proprio un reazionario!” o, al contrario “ questo qui mi sa che è un anarchico”.
Vado oltre: perfino quando parliamo tra di noi non solo tendiamo a fare narrativa, ma infiliamo le conclusioni. Esempio cretino: “porca miseria, ho aspettato l’autobus per mezz’ora. Certo che questa amministrazione fa proprio pena!” O, nel caso più banale che più banale non esiste, i commenti sul tempo: che faccia caldo se ne accorgono tutti, è la conclusione che varia. “Eh, pazienza! / Quanto ci soffro!/ Oh che bello, finalmente/ Eh ma tanto adesso cambia/ Io il caldo non lo sopporto, ecc.ecc.ecc.ecc. Insomma, la si chiami morale o conclusione, la vera comunicazione tra lo scrittore e il lettore è il passaggio del punto di vista dal primo al secondo.
Tu stessa, stramma, citi l’esempio di Maupassant nel cui racconto il giudizio morale è evidente.
Nel tuo racconto, se il ragazzo non è vittima del prete perché è consenziente, qual è la morale? Non sembra essercene una, il fatto succede e basta. Si sente costretto ad accettare le avances? L’ha già fatto in vita sua perché gli è convenuto? E’ depravato ?
Ma se lo è, perché va a confessarsi? Mi sembra che ci siano delle incongruenze date dalla mancanza di inquadramento approfondito del protagonista. Altro appunto: se il giovane non è gabbato dal prete, allora non è vittima di pedofilia. Ma tu scrittore cosa ne pensi, che si sia trattato di pedofilia e il giovane è una vittima, oppure che il giovane ha fatto bene, per perseguire i suoi fini, a starci? Non essendoci abbastanza elementi da far trapelare un punto di vista, io lettrice non sono soddisfatta, non si tratta di essere imboccata, ma di capire sì.

4) I gradini. La letteratura e la poesia sono forme di arte. I gradini non li inventa una persona o un gruppo di persone , ma, come per gli artisti, sono frutto di secoli di letture, critica ragionata, stroncature, processi di riabilitazione, volumi scritti, mostre organizzate nel caso delle arti visive, ecc. Alla base di questo lavorio c’è il fatto che un capolavoro letterario dà un piacere enorme, particolare, profondo e soprattutto arricchente, mentre la letteratura d’evasione dà un piacere di tipo diverso, meno arricchente, e i generi letterari minori, come per esempio i fumetti, che per essere tali sono dei piccoli capolavori, in confronto alle grandi opere sono, appunto, minori. Il piacere dato dall’arte è qualcosa a cui in tutto il mondo si tiene e l’incessante attività degli studiosi ne è una prova.
“Stupendo”, perciò, è un lavoro che ci lascia pieni di gratitudine e di ammirazione per lo scrittore, che in genere combina diverse abilità: la capacità di creare uno schema per far arrivare il suo messaggio, una cultura che gli permette di inquadrare fatti e luoghi in maniera precisa, una proprietà di linguaggio che gli permette di scegliere il vocabolo più pertinente, un gusto e una passione per l’uso della lingua che lo spinge a sperimentare in continuazione come il pittore sperimenta con la matita e il pennello. E infine, ma forse è l’elemento più importante, il bisogno impellente di comunicare il suo pensiero costi quel che costi, cioè impegnandosi a fondo per riuscire nell’impresa.

5) Il padre e il figlio. Ti ho già detto quello che penso, che un figlio ami un padre è cosa abbastanza normale, e tale resta nel racconto, cioè non offre particolari spunti di interesse.
6) le carte: ecco un’occasione per trascinare il lettore dentro al racconto: faccele vedere con l’immaginazione, così mettiamo un piedino dentro a casa del giovane. La descrizione del gioco servirebbe allo stesso scopo, coinvolgerci, perché se tu scrittore lo nomini vuol dire che è interessante, dunque facci partecipi.

Spero con questi commenti di aver espresso ciò che penso renda valida una narrazione. E che giustifica il suo eventusale successo.

Ci sarebbe da fare, a parte, un altro discorso: cosa rappresenta lo scrivere per chi lo fa e qual è lo scopo, se è un piacere personale, che tipo di piacere, se è il desiderio di mostrare una parte interessante di sé, se è un esperimento per vedere se continuare o meno, o altro. Ma magari lo facciamo un’altra volta, che dite? Anni fa se ne era parlato, vi ricordate? Ma nel frattempo siamo cambiati e magari ora verrebbero fuori posizioni e pensieri diversi.


Rispondo all’elogio della vaghezza di Melitta. La volpe, l’unicorno, le sirene e l’araba fenice sono simboli più che personaggi. A Salomé bastano i sette veli per caratterizzarla, e quello che ballava era evidentemente quello che usava al tempo, ad avere cognizione in causa si potrebbe anche sapere cosa, non so neanche se abbiamo una qualche testimonianza a riguardo, ma sicuramente qualcuno ne sa più di noi.
Paolo e Francesca sono inseriti in un poema medievale, i sentimenti che li animano emergono chiaramente, perché l’uno spirto parlava ( mentre che il vento, come fa, si tace…) mestamente e l’altro tacea. Immagini poetiche sublimi, non prosa narrativa.

Nel “Maestro e Margherita” Michail Bulgakov introduce “un signore alto vestito a quadretti “che ha con sé un grosso gatto nero. Poco dopo, riferendosi a lui, gli fa dire una frase “con voce tremula” e lo chiama “lo spilungone”, che “avvicinò la mano nodosa all’orecchio come se fosse duro di udito”. Con poche parole il personaggio si dipana nella sua concretezza, pur trattandosi di un romanzo surrealista. Emerge perché Bulgakov nella sua mente ha presente tutto di lui, come si muove, se ha dei tic, che carattere ha, che più che alto è uno spilungone e perciò anche ossuto ( e difatti ha la mano nodosa). Ho fatto questo esempio, ma qualsiasi scrittore “sui gradini alti” possiede la capacità di descrivere sinteticamente e in maniera convincente i suoi personaggi.
Ciao ciao a todos
Anf anf, come dice elly
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeLun Giu 08, 2009 9:35 pm

Oggi, nella sala d’attesa di uno studio medico l’occhio mi è andato su un articolo del venerdì di Repubblica, che pare fare al caso della mia tesi sui personaggi non punto di partenza della narrativa, ma di arrivo.
Scrive il sociologo Zygmunt Bauman:

A proposito delle circostanze che portarono alla redazione di uno dei suoi straordinari racconti, intitolato La ricerca di Averroè, il grande scrittore argentino Jorge Luis Borges spiegò di avervi voluto descrivere “le dinamiche del fallimento” o della “sconfitta”, come nel caso di un teologo alla ricerca della prova definitiva dell’esistenza di Dio, o di un alchimista che insegue la pietra filosofale, o di un appassionato di tecnologia desideroso di riprodurre il moto perpetuo…In seguito, però, Borges decise che la vicenda di “un uomo che si prefigge un obiettivo non precluso a tutti, ma solo a lui” gli avrebbe fornito uno spunto più poetico. …
L’articolo continua dicendo che questo tema è uno nel quale ci si può immedesimare , tentare di comprendere ciò che gli altri non hanno difficoltà a capire è un’esperienza che tutti conosciamo bene. Nerlla fattispecie, Averroè voleva capire “cosa potesse essere una rappresentazione teatrale”).
La parte che lego ai concetti che ho espresso stamattina è quella della ricerca del tema, del messaggio che spinge l’autore a trovare i personaggi adatti per esternare le sue vedute. Già la scelta del tema è indicativa degli interessi e della personalità dello scrittore, anche se sicuramente hanno un ruolo il luogo e il tempo in cui si trova e il panorama culturale che lo circonda, come le correnti letterarie della propria epoca.

Bene bene, mi fermo e vado a dare una mano a mia figlia con storia.
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeMar Giu 09, 2009 12:26 am

La ranocchietta melitta, che fino all'altro giorno saltellava felice bounce bounce sul lungomare romagnolo, or non saltella più. E' rimasta schiacciata dalle immani, tremendissime rane di Averroè, Bulgakov (di cui mai melitta riuscì a terminare la lettura de Il maestro e Margherita, perchè mortifera botta di sonno la colse, ahilei tapina, senz'altro rimedio che cambiare libro e cambiare autore), congiunte alle rane scagliate in campo da Borges e dallo spaventevole Zygmunt Bauman, che lei mai sentì nominare nella sua vita, e di cui lei mai sentì la mancanza.

Melitta era solo una povera rana. Ma si era divertita a giocare al gioco dei Bari in 4.000 battute e, al pari delle altre prodi ranocchie, non si era posta l'obiettivo di "o scrivo qualcosa di valido, o me ne sto alla finestra a guardare". Voleva solo scrivere e stare insieme con le altre ranocchiette, di cui la defunta melitta apprezzò molto le storie, tutte fresche, giovani, pulite, e così leggere da riuscire a far nascere un sorriso.

Eh già. Per Melitta contavano più i sorrisi in compagnia che gli arditi voli verso l'empireo della Letteratura, di cui lei forse non capì mai un tubo, ma da cui imparò l'importanza dei sorrisi.

Un fiore alla memoria
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeMar Giu 09, 2009 9:40 am

Eeheheheheheheheheh

sei stupenda melì!

Va bene, ho capito...è un gioco e un bel modo di stare insieme, e io sono la sostenitrice di rane pesanti alla Botero ( che tuttavia si muovono eccome, fanno il giro del mondo - eh, questo lo dovevo aggiungere).

Sperando che i miei interventi siano risultati tutto sommato stimolanti, passo...e chiudo?
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeLun Giu 29, 2009 9:11 pm

Ammazza quanto roba mi sono perso in questi giorni.
Fatto sta che devo decidere da dove cominciare e penso che partirò dalla lettura dei racconti.
Commenti promessi per tutti.
Mi scuso ulteriormente per l'assenza, ma ero un po' preso.
Un abbraccio a tutti.

A.
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niabi

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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeMar Giu 30, 2009 11:51 am

Non mi sono persa solo 8 pagine di discussione, ma ben altro.
Siete sempre i soliti! (è un complimento eh Wink )
Sto leggiucchiando qua e là in attesa di poter riavere il mio tempo per leggere proprio tutto, bravi davvero.
Un salutone...
nia
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Il grande vecchio

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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeMer Lug 01, 2009 11:42 am

Chi credeva di essersi sbarazzato di me alzi la mano! Ora la abbassi, prenda un fazzoletto e inizi ad asciugarsi le lacrime di rabbia! Twisted Evil
Mi dispiace per voi, ma sono tornato più terribile che mai. Eccomi qui pronto ad infastidire e scuotere un poco le vostre coscienze.

- "Poche cose importanti accadono nella mia storia, e tuttavia sono consapevole delle forze potenti che lavorano dietro a tutto questo, e che nessuno, né gli attori, né gli spettatori, hanno capito bene".
Facile a dirsi. Di recente lo abbiamo sentito dire così spesso che siamo diventati un po' sospettosi, e quasi crediamo che siano parole pericolose da usare per uno scrittore. Sono come uno scudo oscuro nella sua mano, quando dovrebbe brandire una spada lucente.

Katherine Mansfield
30 Maggio 1919



Partendo dal presupposto che l'esperienza mi è piaciuta, che ci è servita e non è stato tempo perso, chi di voi se la sente, dopo i commenti mancanti, di trarre delle conclusioni senza nascondersi dietro ad un dito ma con un approccio costruttivo?

Cosa ne pensate dei 4.000 caratteri? In così poco spazio un buon scrittore può fare la differenza oppure no? Cosa chiedete alla letteratura? Cosa vi ha convinto, e cosa meno, di ciò che avete letto? Cosa è fondamentale in un racconto così breve, la forma o la sostanza? (Non vale rispondere una buona dose di entrambe le cose Laughing Wink )

Non voglio sentire il vostro silenzio... Wink intesi?

Ciao.
Er vecio rompicojon
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il_corvo

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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeMer Lug 01, 2009 3:41 pm

In un racconto di 4000 caratteri conta la sostanza.

In un romanzo conta la sostanza.... e poi anche la forma.




Troppo definitivo? L'hai chiesto tu...vecio!!!! Smile
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeMer Lug 01, 2009 7:23 pm

Come mi piacciono le domande del VR (Vecio rompicojon, che te sei rovinato: da adesso ti ci chiamerò per sempre!).

Allora rispondo:
1) 4000 caratteri, croce e delizia, palestra vera e soddisfazione finale.
2) In così poco spazio un buon scrittore può fare la differenza oppure no?
SI. Ma anche chi ha solo mestiere può fare la differenza in una palestra come questa.
3) Cosa chiedete alla letteratura?
FUGA. Ma in questo caso non stavamo facendo letteratura...
4) Cosa vi ha convinto, e cosa meno, di ciò che avete letto?
Mi ha convinto... direi "mi è piaciuto". Mi è piaciuto leggere come, partendo da uno stesso punto (il quadro), ognuno abbia usato la propria fantasia e il proprio stile per dar vita a una storia. Non tutti i risultati sono da applausi a scena aperta, ma l'esercizio serve a questo, per affinare tecniche e comprendere errori. Aumentare il numero di battute avrebbe risolto molti problemi immediati, ma avrebbe fatto sì che il problema "come dire quel che voglio dire in poche parole" fosse scavalcato.
Mi ha convinto meno chi meno ha usato la fantasia, chi ha avuto timore di allontanarsi dal quadro, chi non ha osato.
5) Cosa è fondamentale in un racconto così breve, la forma o la sostanza?
Credo che sia fondamentale non perdersi. Avere un obiettivo (qualcosa da dire) e perseguirlo (come dirlo). Eliminare il superfluo.

E così alla domanda da 100.000 euro "chi di voi se la sente, dopo i commenti mancanti, di trarre delle conclusioni senza nascondersi dietro ad un dito ma con un approccio costruttivo?" io in primis chiedo strammando "quali commenti mancanti?"
e in secundisi ribadisco che non dovevamo far fare un passo in avanti alla storia della letteratura con questo esercizio, ma scrivere e leggere, criticare e capire.
Io trovo che sia stata una buona esperienza. Per me lo è stata. :-) - senza dita, giurin giurello!
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeGio Lug 02, 2009 1:12 am

Ho già espresso in precedenza commenti e valutazioni su questa bella, stimolante esperienza; per amor vostro, non mi ripeterò rabbit .

Ormai mi conoscete: sapete che per me la differenza tra un buon testo e una pagina mediocre sta nella scrittura (e dunque la forma prevale sempre sulla sostanza, in un racconto di dieci righe come in un tomo di duemila pagine).
Non a caso, i tre racconti su cui mi sono soffermata più volentieri sono quelli di Smoje (per l'encomiabile capacità torrenziale di sfornar fuochi d'artificio di battute una dietro l'altra); quello di Stramma (per lo stile apparentemente colloquiale, dietro il quale trapela un accurato lavoro di lima, e quindi di lavoro sulla parola), e quello di Daniela (nel quale la scrittura, limpida e curatissima, prevale nettamente sulla trama).


Waltercorvetto bello, non me ne volere Wink , ma se la nostra Strammy-girl anziché scrivere come ha scritto, avesse presentato un lavoro come quello che segue, tu lo avresti votato?

LA MALLITTA (riscritta da Melitta clown )
"Allora c'è un ragazzo che sembra un po' tonto però magari lo è per davvero o forse no, non si sa. A questo qui gli piace un gioco di carte con assi e altre carte che non si capisce chi le ha inventate, e questo gioco si chiama la Mallitta, con delle regole che suo papà gli ha portato nascoste dentro una valigia, da un viaggio che non si sa, però il viaggio lo ha fatto e va bene così. A questo punto il ragazzo che va spesso da un prete, torna da questo prete e dopo che si è confessato il prete si alza la tonaca e gli dice: "Ciàpa Qua!" E lui ciapa."

Eh? geek


P.S. Per le trippe di Zeus! Era ora che tornasse il vecchietto! sunny
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Solaris
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeGio Lug 02, 2009 2:40 am

Cavolo domani stampo tutto e leggo in treno se no mi ritrovo a quest'ora, appena chiusa la rilettura di un capitolo.. col cervello in panne...

Ma ci sarò!

A.
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeGio Lug 02, 2009 10:21 am

FiorellaMelittucciaCara perchè dovrei volertene? Smile e poi lo sai che, come recitava una famosa pubblicità che sia io che te siamo in grado di ricordare, con quella bocca puoi dire ciò che vuoi alien

L'esempio che mi hai portato è eccessivo, non fa testo. Chi mai dovesse scrivere così dovrebbe essere messo nella condizione di non poter più nuocere. Se mai io avessi almeno un po' delle tue capacità potrei farti un esempio opposto. Dire nulla ma con parole sublimi.

Non dimentichiamo che il pubblico è vario. Io sono consapevole che il MIO gusto non è "IL GUSTO" però un autore dovrebbe considerare, per cercare di ottenere un unanime consenso, tutte le variabili possibili.

Quindi, secondo me, un' analisi seria condurrebbe alla fatidica frase che IL VECIO non voleva sentir dire: "un po' di tutte e due le cose".

Ma me lo ha impedito!!! geek
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeGio Lug 02, 2009 10:29 am

Finalmente abbiamo il racconto vincitore: la mallitta riscritta! Ciapa qua!!!! jocolor drunken

ps: (tanto per non sembrare completamente cretina) non credo che sostanza e forma possano allontanarsi troppo l'una dall'altra. Il valore di un'opera secondo me lo dà l'unione dell'una e dell'altra. La qualità della scrittura è fondamentale per dare vita a una storia e per far splendere una bella storia. Ma a volte è un'arma potente perfino da sola, senza (troppa) sostanza dietro.
E poi, perchè non parliamo di stile, invece che di forma? scratch
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeGio Lug 02, 2009 10:53 am

- io in primis chiedo strammando "quali commenti mancanti?"

Pare che Niabi e Sol vogliano dire la loro. Ergo, prima di chiudere i battenti e buttarci a capofitto nella "partita doppia" delle conclusioni finali sarebbe interessante sentire le loro opinioni.

- LA MALLITTA (riscritta da Melitta )
"Allora c'è un ragazzo che sembra un po' tonto però magari lo è per davvero o forse no, non si sa. A questo qui gli piace un gioco di carte con assi e altre carte che non si capisce chi le ha inventate, e questo gioco si chiama la Mallitta, con delle regole che suo papà gli ha portato nascoste dentro una valigia, da un viaggio che non si sa, però il viaggio lo ha fatto e va bene così. A questo punto il ragazzo che va spesso da un prete, torna da questo prete e dopo che si è confessato il prete si alza la tonaca e gli dice: "Ciàpa Qua!" E lui ciapa."

E' indubbio che nessuno terrebbe sul comodino un libro sgrammaticato, volgare, pieno di errori e zozzerie varie, eppure non sono così d'accordo. Chi di voi leggerebbe con ammirazione la lista della spesa di Proust? Credo che, scusate il gioco di parole, l'essenziale sia l'essenza di uno scritto. Non per nulla le fiabe, i miti, i proverbi non sono mai stati lodati in primo luogo per come venivano esposti ma per quello che insegnavano e lasciavano nell'animo degli ascoltatori.
Presterei più attenzione alla stupefacente descrizione di un cesto di frutta o al resoconto raccogliticcio di un milite scampato alle Termopili?
Sto estremizzando, giusto perché quel rompicoj... del Vecio dice che la cosa dev'essere bianca o nera e che a lui le scappatoie accomodanti e scontate piacciono poco. Evil or Very Mad
Credo che la letteratura non debba specchiarsi vanagloriosa né nello stile, né nella forma, ma tendere al sublime e all'emozione. Tiè ho fregato il cateterato! Laughing

- Non dimentichiamo che il pubblico è vario. Io sono consapevole che il MIO gusto non è "IL GUSTO" però un autore dovrebbe considerare, per cercare di ottenere un unanime consenso, tutte le variabili possibili.

Bravo corvo, ti nomino Baronetto dell'Ordine della Dentiera! Rolling Eyes
Non è questione di schieramenti è questione di empatia con i propri lettori, siano essi 2 o 2 milioni.
Chi di voi conoscerà il cuore degli uomini così bene da essere uno scrittore?

Veniamo in fine al rimba:

Cosa ne pensate dei 4.000 caratteri? In così poco spazio un buon scrittore può fare la differenza oppure no?
Non credo ci si possa scrivere la Divina Commedia, ma la risposta è certamente si: altrimenti chiunque riuscisse a scrivere 4000 caratteri dovrebbe potersi definire scrittore o, meglio ancora, Vate.

Cosa chiedete alla letteratura?
Di aiutarmi a crescere e a capire. Secondariamente di farmi conoscere tante persone simpatiche. Smile

- Cosa vi ha convinto, e cosa meno, di ciò che avete letto?
Credo che i lavori letti siano generalmente buoni. Parlo a titolo puramente personale: ero convinto che il quadro dovesse essere più vincolante nell'esposizione del racconto, noto che, nella maggior parte dei casi, è servito più che altro da spunto. Nulla in contrario, s'intende.
Oltre a questo, qua e la' ho colto spunti interessanti e, probabilmente, forse per mancanza di abitudine al confronto con altri autori, un po' di rigidità sulle proprie posizioni e convinzioni.

Cosa è fondamentale in un racconto così breve, la forma o la sostanza? (Non vale rispondere una buona dose di entrambe le cose )

- beh, forma o stile, trama o sostanza... grazie al cielo siamo tutti diversi e amiamo cose diverse! Wink
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeGio Lug 02, 2009 3:17 pm

Il grande vecchio ha scritto:

Cosa ne pensate dei 4.000 caratteri? In così poco spazio un buon scrittore può fare la differenza oppure no? Cosa chiedete alla letteratura? Cosa vi ha convinto, e cosa meno, di ciò che avete letto? Cosa è fondamentale in un racconto così breve, la forma o la sostanza?

rispondo come mi viene:

i 4000 caratteri sono un esercizio utile e forse pure divertente... e nient'altro! (IMHO)

un buono scrittore può fare la differenza sempre, anche se le restrizioni di spazio non si prestano a tutti gli scrittori in egual modo

alla letteratura chiedo di portarmi altrove e di accendere qualche mia emozione (ma quella che è stata prodotta per questo giochino non è letteratura Very Happy)

credo si intuisca dai miei commenti... Razz

tra forma e sostanza?
sostanza
la forma, o meglio
lo stile
è scontato in uno scrittore
(o anche aspirante tale)

se poi lo scritto è sgrammaticato
o peggio Wink
semplicemente lo abbandono senza rimpianti
al suo oblio...
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeGio Lug 02, 2009 3:42 pm

aho ma famo il gioco fino in fondo.
na classifica no? o s'è fatta e me la son persa nelle pagine passate?
Daje a preferenza secca su, il gioco è gioco!



A.
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MessaggioTitolo: Re: Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’!   Progettino: “DIPINTO A VOCE” - Sfida alla CRE-ATTIVITA’! - Pagina 5 Icon_minitimeGio Lug 02, 2009 6:07 pm

Sono riuscita a leggervi tutti/e! Grazie mille perché sono state letture molto piacevoli, per nulla noiose e alcune delle vere e proprie sorprese.
Mi sono finalmente riavvicinata alle parole scritte, che bello!
Grazie ancora...
nia
p.s. se ho saltato qualcuno ditemelo pure eh... ma non credo.
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